LOOZOO "Brighter"
(2015 )
Il panorama elettronico italiano può contare su un numero sempre maggiore di interpreti e di belle realtà che vanno ad affiancarsi a chi, sin dagli anni novanta, ha praticato un genere che sta vedendo la sua popolarità crescere esponenzialmente proprio in questo periodo. A Catania, infatti, i fratelli Trimarchi hanno iniziato il loro percorso quasi vent’anni fa. Solo un disco, datato 2001, fino a “Brighter”. Questo perché Loozoo ha scelto, finora, di concentrare la sua attività su mixing e collaborazioni fra le più varie. La sala registrazioni ha atteso tanto, troppo. E così, a quattordici anni da “Le Pattern Monde”, Loozoo si riaffaccia in studio per dar vita alla seconda produzione discografica di una carriera comunque ricca. “Brighter” è un titolo che spiazza, in rapporto alle atmosfere che permeano questo disco. La voce è poco presente, la forma canzone sfuma, spazzata via da un’elettronica sperimentale che crea suggestioni tremendamente cupe e misteriose. Immergersi in “Brighter” è come entrare in un mondo fatto di tenebre, è come vivere una notte nebbiosa persi in una fitta foresta di sonorità che poggiano su uno sfondo psichedelico ma che includono molto, molto altro. Non è possibile percepire, con un solo ascolto, quanto “Brighter” sia in grado di offrire. È un disco anticonvenzionale, che abbatte l’idea più comune di elettronica per far posto a una “braindance” (o IDM, che dir si voglia) che accoglie elementi techno e garage, noise e post rock e che rende, per tale ragione, difficile associare il disco a un genere particolare. È un album immaginifico, che vive in uno scenario post-apocalittico e che trova nella titletrack (pezzo d’apertura) e in “The Verge” i momenti più interessanti. Quello dei Loozoo è un gradito ritorno: i fratelli catanesi lo fanno in grande stile, proponendo un album che sa essere un enorme calderone in grado di includere un numero esorbitante di stili, senza mai cadere nell’esagerazione: la sperimentazione ha pagato e ha saputo produrre un risultato decisamente positivo. (Piergiuseppe Lippolis)