RUSTIES "Dalla polvere e dal fuoco"
(2015 )
Dopo quasi quattro anni di silenzio discografico i RUSTIES, guidati da Marco Grompi, pubblicano ''Dalla polvere e dal fuoco'', il loro primo album interamente cantato in italiano. Con alle spalle una corposa discografia che ormai conta ben quattro CD dal vivo dedicati al repertorio di Neil Young (del quale i RUSTIES sono stati, tra il 1998 e il 2008, una delle più apprezzate tribute band d’Europa) e due album in studio, ''Move Along'' (2009) e ''Wild Dogs'' (2011), composti da brani originali e salutati internazionalmente con grande favore da pubblico e critica, i “rugginosi” si rimettono in gioco riaffacciandosi sulla scena cantautorale rock con un repertorio per la prima volta interamente cantato in lingua italiana. ''Dalla polvere e dal fuoco'' raccoglie nove “cover d’autore” liberamente tradotte e riadattate in italiano dal leader, cantante e chitarrista Marco Grompi. Non è casuale la scelta di brani di artisti talora vicinissimi alla band bergamasca per spirito, ammirazione, riferimento, frequentazione o anche solo per legami di sincera stima reciproca. Non dovrebbe stupire quindi la rivisitazione di canzoni di Neil Young (di cui Grompi è anche biografo e traduttore italiano ufficiale dell’opera omnia) e Bruce Cockburn (altro gigante della musica d’autore canadese che Grompi ha conosciuto da vicino in qualità di addetto stampa italiano durante gli anni delle incisioni per la Rykodisc), nè la scelta di pescare nel repertorio degli amici Chris Eckman (The Walkabouts, Dirtmusic) e Robert Fisher (Willard Grant Conspiracy), dei compianti Warren Zevon e John Martyn o l’inusitata reinterpretazione “in chiave Rusties” di ''The Logical Song'' dei Supertramp. Sono infatti le canzoni (invero queste canzoni, così intimamente in bilico tra memoria e contemporaneità) a segnare con forza il nuovo corso dei RUSTIES: sebbene dal punto di vista compositivo coprano un arco temporale che va dagli anni ’60 ad oggi, queste nuove interpretazioni offrono sia una panoramica sgranata su un percorso ricco e ramificato di influenze e affinità musicali condivise, sia uno sguardo attento e disilluso (“a fuoco”, appunto) su un presente che è la conseguenza di anni cupi (con “tutti gli imbrogli, i veleni e gli sbagli” citati ne ''Le intenzioni'' di Harrison Hayes) e che ci obbliga a cambiamenti e ripensamenti (anche interiori) epocali. Una realtà in costante evoluzione e foriera di nuove intenzioni proprio come questa band che, fin dai rugginosi esordi, ha caparbiamente seguito un percorso più unico che raro partendo dall’essere “più Young di Neil” fino alla pubblicazione di lavori salutati dalla critica come “i dischi più affascinanti in stile americana mai prodotti da un gruppo italiano”.