HUMAN LEAGUE "Dare!"
(1982 )
Una delle canzoni più ascoltate e vendute di questa primavera-estate 1982, è DON’T YOU WANT ME. La storia di un tizio che dice alla sua ex ragazza che quando l’ha conosciuta era solo la cameriera di un cocktail bar e che adesso, anche grazie a lui, è diventata una numero uno (non si sa in quale campo) tanto che come ringraziamento lo vuole abbandonare. Lei risponde che sarebbe comunque arrivata alla sua condizione attuale con o senza di lui, che l’ama ancora ma che, nonostante tutto, ha deciso di vivere la sua vita da sola. Questo è quel che dice il testo della canzone più famosa del periodo, tratta dall’album DARE, il terzo del gruppo in Inghilterra. Appena uscita è arrivata subito al primo posto. Dall’album sono stati tratti singoli di successo come lo stesso DON’T YOU WANT ME, LOVE ACTION e OPEN YOUR HEART e tutti e tre sono saliti in cima alle classifiche di vendita guardando tutti dall’alto in basso. Questo boom (fattore determinante è la ritmatissima ed orecchiabile DON’T YOU WANT ME) ha fatto sì che anche l’album precedente, TRAVELOGUE, tornasse in classifica e che arrivasse in vetta anche il loro singolo BEING BOILED uscito nel 1978. E tutto ciò in un contesto molto particolare, nel quale anche altri gruppi della cosiddetta new wave e del pop elettronico hanno dischi in classifica: i Soft Cell con SAY HELLO, WAVE GOODBYE, gli OMD (quelli di ENOLA GAY) con MAID OF ORLEANS e anche gli Ultravox, gli Heaven 17 e i Depeche Mode. Addirittura un gruppo solitamente ostico come i tedeschi Kraftwerk, arriva al numero uno della classifica dopo che la loro casa discografica, come si usava fare solitamente, insieme al 33 giri fa stampare anche un singolo, THE MODEL. Ma i Kraftwek avevano già avuto grandi hit come AUTOBAHN e TRANS EUROPE EXPRESS. Ma torniamo agli Human League: chi avrebbe scommesso su un gruppo di provincia inglese dedito al pop combinato con l’elettronica, solamente cinque anni fa, in piena ondata punk e disco? Gli Human, ad un intervistatore che chiede quali sia il loro modello musicale e se per caso risponda al nome di Stockhausen, dicono invece: no, ci siamo rifatti ai Kraftwerk, agli Sparks e a Donna Summer. Molto strana come risposta, soprattutto la citazione della Summer. Poi dicono di rispecchiarsi in qualche maniera nel glam rock di Bowie e dei T.Rex (e difatti incidono una versione del brano di Glitter ROCK’N’ROLL PART ONE) ma anche in un pop raffinato anni sessanta alla Phil Spector quando incidono YOU’VE LOST THAT LOVIN’ FEELING, incluso nel loro primo disco. Per fare un po’ di storia del gruppo bisogna dire che il primo nucleo risale al 1972 e che solo nel 1977 cominciano a fare le cose sul serio diventando dei professionisti e usando il nome di The Future. L’anno dopo mandano dei demo ad una casa discografica e il factotum dell’etichetta Fast Product fa incidere il primo singolo diventato ora un hit di tutto rispetto, quel BEING BOILED di cui sopra. Nel 1979 arrivano in Italia ma sono davvero artisti di nicchia e di loro si parla poco. Solo alcuni giornali come Rockerilla, molto informato su tutta la scena pop-rock internazionale, li intervista. Nel 1982 tornano come big del pop europeo e le loro date a marzo (Torino, Milano, Roma) sono pubblicizzate anche sui giornali e naturalmente fanno il pienone. Mentre, come detto, la ripubblicazione dei loro vecchi dischi fa il botto nelle classifiche, con il loro ultimo LP fanno intuire quanto ancora si possa attingere al pozzo degli Human League. Dal resto, anche il nome dell’album, DARE (osare) suggerisce di per sè una risposta. (Christian Calabrese)