LORIS DALI' "Scimpanzé (Racconti dal paese delle banane)"
(2015 )
Piccola premessa: sono stato catapultato indietro nel tempo accingendomi a parlare di questo nuovo artista, per un semplice motivo. Quando ero adolescente adoravo passare i miei pomeriggi a consumare vinili sul giradischi di papà... forse perché papà era venuto a mancare troppo presto, forse perchè la sua passione era divenuta anche la mia. E così mi ritrovavo ad ascoltare ogni tipo di genere musicale presente in casa, dal jazz al blues, e perfino concerti di musica classica del calibro di Mozart o Bach, fino a perdermi sulle note di Rondò Veneziano! Negli anni, poi, questa collezione si è ampliata grazie al sottoscritto poichè ho cominciato ad acquistare vinili per mio conto, e ad allargare il mio spazio musicale venendo affascinato dall'elettronica in ogni sua forma ed applicazione (hip hop, drum'n'bass, techno, house, pop e dance), fino ad arrivare a toccare settori ben più pesanti, come la acid house, la minimal, il progressive e l'hardcore. Insomma, credo di essermi fatto una cultura generale nel settore musicale, e ciò mi ha portato ad una sola, semplice conclusione: se ciò che ascolti ti emoziona, allora non vedo perchè non abbia motivo di esser suonato. La musica è un unico, grande universo, ed in questo universo ognuno di noi trova una propria stella. Dobbiamo parlare di Loris Dalì? Partiamo proprio da queste ultime mie parole. Tutti noi conosciamo l'estro, il genio, la pazzia di un grande artista come Salvador Dalì, vero? Basta andare su Google e digitare il suo nome per entrare in un mondo fatto di follia artistica ed estremo vissuto dell'esistenza. Ma... oggi non stiamo parlando di arte pittorica o di scultura, bensì di amore e morte, di crisi e felicità che, mescolandosi tra di loro, danno vita ad una cruda ma ironica rappresentazione della realtà quotidiana. Ci troviamo in un grande circo orchestrato ad hoc da un direttore, o meglio, il direttore Loris D'Alimonte, in arte Loris Dalì! Piemontese, o meglio, canavese di origine, Loris ci stupisce immediatamente per il suo definirsi cantattore folk (non ho sbagliato, proprio cantattore!) e, per una persona che viene dal canavese, non possiamo stupirci troppo. Perchè? Il canavese (Canavèis in piemontese; Canapisium / Canavisium in latino), per chi non lo sapesse, è una regione storico-geografica del Piemonte estesa tra la Serra di Ivrea, il Po, la Stura di Lanzo e le Alpi Graie, ossia il territorio compreso tra Torino e la Valle d'Aosta e, verso est, il Biellese e il Vercellese. Un territorio comprendente 133 comuni di cui fa capoluogo Ivrea. Da un luogo tanto particolare non poteva che nascere un simil personaggio dall'estro e creatività musicale così evoluta! Parlo di evoluzione perché da pochi giorni, per la precisione il 15 di gennaio, è uscito il suo nuovo album ''Scimpanzé'', 12 tracce (ops!), 12 storie che narrano tranquillamente la storia di tutti, tra disillusione e perdita del lavoro, tra conformismo e inutilità del materiale. Un disco in presa diretta (e non si scherza!) per sottolineare l'eleganza e l'entusiasmo di un progetto che vede la collaborazione di numerosi musicisti e suonatori d'armi come violino, udu, scacciapensieri e il basso tuba, fino ad arrivare alla fisarmonica: una commistione di generi che intinge le radici nel De André più introspettivo, in un Celentano, un Mannarino o addirittura un Rino Gaetano, per raccontare come si vive in Italia. Se dobbiamo trattare il concetto di biografia, Loris Dalì suona e cresce estro attraverso vari gruppi, sin dai tempi della scuola: Love Bandits, Flashback, SS460, I Bitols, Three Heads, I Celentani, I Senatori, poi I Dalì, da cui nasce il progetto Loris Dalì. Questo rende un'idea dell'eccletticità di questo fantastico artista! Nell'ascoltare ancora e ancora il suo ''Scimpanzé'' vengo pervaso da milioni di pensieri, vedo nella mia testa questo immenso tendone da circo, che si apre e Loris è lì, in mezzo al cerchio, ci sorride invitandoci a prender posto, vestito di cappello e giacca, accarezzando i suoi lunghi baffi... eccolo il direttore del circo, il circo della vita, e ci augura un buon spettacolo! ''C'Era Una Volta'', brano apripista dell'album, mi ha portato immediatamente a sonorità e testi tipici di un'eccellenza come De Andrè, ma ciò che mi ha stupito è stato il cambio di ritmica ed i riff graffianti di electro-guitar comparsa come per magia! Da un cantautore non ti aspetteresti questi schiaffi improvvisi e invece, magistralmente, Loris Dalì ha idee chiare su quale binario dirigere il treno ''Scimpanzé''. Sì, quest'album è un vero e proprio spettacolo circense, un teatro a cielo aperto, un traino ricco di satira, umorismo ma con sfondi di verità cruda, tagliente, triste e angosciante. Loris Dalì racconta, attraverso ciascun brano, una parte di Noi, e mentre ascoltiamo melodie allegre scopriamo invece di versare una lacrima sulla nostra esistenza... Un esempio? Ascoltate ''Di Nuovo Ubriaco'', oppure ''Manager'', di cui potete gustare il relativo video su YouTube! Dalì è un cantastorie che ti lascia davvero inchiodato alla sedia. “Macchè rivoluzione, siamo fatti così, guardiamo la nazionale mentre l'Italia muore...”: come nelle parole di ''Rivoluzione'', noi troviamo l'espressione massima di ciò che siamo e che stiamo vivendo ai nostri giorni, il tutto presentato su di un vassoio di chitarra elettrica, batteria e vocoder che spingono ad alzare il volume! L'album stesso è una rivoluzione per tutti i generi musicali presi in considerazione: rock, blues, folk e addirittura bossanova! Ma chi è Loris Dalì? O meglio i Dalì, visto che stiamo parlando di Loris D' Alimonte, Giorgio Barberis, Marcello Nigra, Paolo Verlucca, Claudio Dainese e Andrea Baileni. Questi meravigliosi funamboli musicali hanno saputo strapparmi anche una lacrima... come? Beh, arrivate alla traccia ''Se Dovessi Morire Adesso'' e ditemi se, almeno una volta nella vostra vita, non avete provato le emozioni che ho provato io nell'ascoltare questa poesia in rima... Non scherzo, potreste anche ridere nel leggerne il titolo, ma lasciate prendervi per mano e chiudete gli occhi. Voglio concludere pregando i Dalì di guidare ancora il loro carrozzone in ogni strada, in ogni borgo di paese e continuare ad emozionarci con le loro storie. Seguiamoli poichè ci lasceranno a bocca aperta con il loro spettacolo... e qui sì che varrà la pena pagare il biglietto. (Giuseppe a.k.a Dj Seep)