BLONDE REDHEAD  "Barragán"
   (2014 )

Quando i Blonde Redhead si formarono, nel 1993, erano inizialmente un quartetto, ma dal 1995 in avanti divennero l’indivisibile trio che tutti conosciamo, composto dai gemelli italo-canadesi Amedeo e Simone Pace e dalla studentessa d’arte giapponese Kazu Makino. La loro musica degli inizi era oscurata dalle associazioni con la scena post-no wave/noise: il nome era preso da una canzone dei DNA di Arto Lindsay, e i loro primi album erano pubblicati su Smells Like Records di Steve Shelley, il batterista dei Sonic Youth. A quei tempi, questi riferimenti avrebbero fatto pensare ad una band condannata ad inciampare nell’inospitale paesaggio post-grunge. Ma i Blonde Redhead sono ancora qui. E dopo 21 anni, è diventato ovvio che non abbiano mai fatto un album per la fama, o per soldi. Fanno musica semplicemente perché devono. ''Barragán'' è uno degli album più freschi del catalogo dei Blonde Redhead, un nuovo percorso sonico dopo nove album in carriera. La reputazione della band è stata costruita sulla continua evoluzione delle proprie dinamiche sonore, e in questo senso ''Barragán'' non delude. È l’album più spoglio, essenziale e minimalista che Blonde Redhead abbiano mai fatto. I tremiti di tastiera analogica e i ritmi sfasati e sinuosi del batterista Simone Pace trascinano Kazu Makino e Amadeo Pace, due delle voci più distintive della musica indipendente. Le canzoni, tra le più sensuali e sorprendenti dei Blonde Redhead, mostrano un nuovo aspetto dei tre cantautori, e rendono per questo ''Barragán'' un fondamentale passo in avanti per una delle band di New York City più importanti delle ultime due decadi.