THORN1  "The light of random star "
   (2014 )

In un già abusato tentativo – non esecrabile, ma certo tardivo - di coniugare ambient, elettronica, shoegaze e psichedelia, con una operazione che Bark Psychosis, Talk Talk e Flying Saucer Attack hanno concepito e realizzato fra venti e trent’anni orsono, l’artista siberiano Evgeny Zheyda, in arte Thorn1, capace manipolatore di suoni, rilascia su etichetta Silber questi 50 minuti di pretenzioso intrattenimento che vorrebbero forse ambire alla costruzione di un nuovo linguaggio, ma riescono al più ad offrire una versione nemmeno aggiornata di Jean-Michel Jarre (“Vortex gravity”), gigioneggiando su prevedibili arie dance anni ’80 (“The color of your eyes”), o saturando fino al limite del fastidio uditivo – complice l’impiego di un substrato di rumorismo lancinante - cacofonie dilatate di matrice tardo-teutonica (“It’s easy to see, you drift away”, “We are drowned, but we do not exist”). Di originale ed interessante rimane ben poco: non certo la melliflua ed inconcludente “Relict” a raffreddare l’anima già in apertura, o la conclusiva “Heat death of the universe”, che suggella l’album precipitandolo in un gorgo noisy fatto di vetuste ovvietà di maniera, nè tantomeno le suggestioni post- wave di una “Fractal trees” la cui pregevole linea melodica viene repentinamente strapazzata da droni inessenziali e cori da oltretomba. A torreggiare su un panorama di desolante piattezza resta – solitario – il passo cadenzato della suadente “Ya uznal ob etom poslednim”, che indovina sia una bella linea armonica sia il modo migliore per valorizzarla, tra un suggestivo recitato, un arpeggio trasognato ed una ritmica finalmente protagonista: è una scintilla isolata che non rischiara un disco tutt’altro che disprezzabile, ma purtroppo fossilizzato su una concezione artistica e su uno stile compositivo decisamente datati. (Manuel Maverna)