PIPPO POLLINA "L'appartenenza"
(2014 )
Ci sono diversi punti di vista, diverse angolazioni dalle quali si può guardare un disco. Le musiche, i testi, gli arrangiamenti, le intepretazioni, ma anche altri fattori extramusicali che, purtroppo, a volte (anzi, spesso) hanno un loro peso: il look, la notorietà, la capacità del personaggio in questione di essere notato, di stupire, di ''bucare'' lo schermo, di irretire le masse. Inutile dire che, per queste ragioni, un nuovo album di Lady Gaga sia più atteso (e, ahimè, acquistato) dell'equivalente nuovo disco di Damien Rice o di Pippo Pollina: ed è altrettanto inutile dire che, se si ragionasse solo a livello musicale, le cose andrebbero esattamente a rovescio. Ma tant'è, viviamo in un mondo effimero, e questo ci passa il convento: che, cioè, anche nella musica (come nello star system, come nel mondo del cinema o della moda) abbia maggiore importanza il tuo ufficio stampa (e di conseguenza la capacità che questo ha di farti apparire quotidianamente su copertine e tabloid) piuttosto che il reale valore di ciò che fai. E, quindi, siamo a parlare di un ennesimo nuovo album di Pippo Pollina che, se si badasse al sodo, se al centro di tutto ci fossero realmente la musica ed i testi, sarebbe tranquillamente al comando delle classifiche italiane. E, per l'ennesima volta, non è proprio quello che sta succedendo. Questo disco è, ancora una volta, di grandissimo spessore, con, in quest'occasione, un'ancor più precisa attenzione a livello testuale: cosa che, se ci pensate, è ancor più curiosa se si metabolizza che i maggiori fruitori di questa proposta, italiana al 100%, saranno, ancora una volta, i suoi aficionados stranieri, che quindi di questi testi limatissimi non capiranno granché, da quella Svizzera che l'ha ormai adottato (e che da anni gli regala bagni di folla davvero incredibili) fino a Germania, Austria e Francia. Un gran peccato, davvero. Perché questo "L'appartenenza" è davvero un signor disco, per l'ennesima volta, composto com'è da autentiche gemme come il primo singolo "Sono chi sei sono chissà", passando per il duetto con Giorgio Conte ''Mare mare mare'', per arrivare alla poesia di ''Anniventi'', dedicata a suo figlio che ha compiuto vent’anni, ed a ''Ti Vogghiu Beni'', canzone dedicata alla sua Sicilia, cantata con Etta Scollo, una delle più grandi cantanti siciliane di tutti i tempi. Pura poesia. Che, per l'ennesima volta resterà appannaggio di pochi, in questo malandato Stivale. Ma sì, forse avete ragione voi. Continuiamo pure ad ascoltare Lady Gaga... (Andrea Rossi)