VASCO ROSSI "Siamo solo noi"
(1981 )
Vigilia di Natale del 1980, mercoledì: esce in edicola "Oggi", rotocalco tra i più venduti e stimati, con all'interno un lungo e violentissimo articolo del prestigioso giornalista Nantas Salvalaggio. Contro chi? Contro Vasco Rossi, ovvio. E' bene ricordare che, all'epoca, il futuro idolo di milioni di ragazzi era praticamente uno sconosciuto. E quindi perchè una penna celebre come quella di Salvalaggio doveva occuparsi di un Rossi qualsiasi? Esattamente 10 giorni prima, il 14 dicembre 1980, il programma più nazional-popolare, Domenica In di Rai Uno, si era collegato con il Motor Show di Bologna, riprendendo tra l'altro la scatenata esibizione del futuro Blasco e della sua Steve Rogers Band nel brano "Sensazioni forti" ("non ci bastano le solite emozioni, vogliamo bruciare! Non importa se la vita sarà breve: vogliamo godere godere godere!"). Tutto questo la domenica pomeriggio, davanti a 20 milioni di italiani, ad 11 giorni dal Natale. Nell'articolo di Salvalaggio si va giù pesante, pesantissimo: Vasco è definito nell'ordine ebete, zombie, alcolizzato, drogato, barbone, rottame umano, sciagurato, fango, orrido allo stato brado, malfermo, barcollante, complessato. Non scherzo, andò proprio così, i termini usati furono esattamente questi, è tutto documentato ed archiviato. I risultati furono, ahilui, esattamente opposti rispetto a quelli prefissati dal "santone" Salvalaggio: i giovani elessero Vasco ancor più loro rappresentante (non certo perchè volessero tutti drogarsi, ma perchè di Stefano Sani e similaria non ne potevano sinceramente più un po' tutti), e soprattutto Vasco passò in un amen dall'incazzatura per l'articolo alla realizzazione del suo album più duro. E, al tempo stesso, più bello. Da quell'articolo nacque "Siamo solo noi", canzone ed album. Il brano, musicalmente clonato pari pari da "Colpa d'Alfredo", è esattamente la risposta alle offese di Salvalaggio. Uscito nell'aprile dell'81, fu il primo album di Vasco prodotto da Guido Elmi, che non a caso spinse sui suoni del basso e della batteria come mai prima si era sentito nei dischi dell'artista di Zocca. E, ovviamente, come mai prima si era sentito in un disco italiano. Risultati immediati? Mica tanti, in verità. "Boy Music", settimanale giovanile dell'epoca, è il primo a metterlo in copertina: con il risultato di vendere 20.000 copie in meno della settimana precedente. Salvetti poi vuole al Festivalbar il brano "Siamo solo noi", Vasco se ne frega e preferisce far mettere nei 45 giri per i jukebox "Voglio andare al mare" (senza, ovviamente, nemmeno avvertire Salvetti del cambiamento): risultato, patron incazzato ed artista estromesso dalla competizione. Fa impressione, o forse solo ridere, pensarci oggi, ora che per averlo chiunque farebbe carte false. Ci volle ancora del tempo (ed i due Sanremo, "Vita spericolata" e l'album "Bollicine") perchè Vasco diventasse quello che è. E perchè fosse realmente scoperto e valutato quest'album. Che, a ben vedere, ha una struttura a dir poco straordinaria: "Incredibile romantica", "Valium", "Voglio andare al mare", "Siamo solo noi", "Dimentichiamoci questa città"... chi altri potrebbe infilare nello stesso album una tale trafila di perle assolute? (Andrea Rossi)