LOW POP SUICIDE  "The death of excellence"
   (1994 )

Trio americano composto da ex-membri di altre formazioni (Rick Boston degli Hand of Fate, Dave Allen dei Gang of Four e Jeff Ward dei Ministry, suicidatosi nel 1993), i Low Pop Suicide vissero una breve stagione di (poca) notorietà proponendo un ibrido non entusiasmante ma sottilmente intelligente tra folk (“Zombie”, con un beat accattivante) e rock avanguardistico. I brani di questo loro secondo ed ultimo album oscillano tra qualche bordata noise (“Bless my body” con continue esitazioni in un marasma di chitarre soniche) e ballate fintamente mainstream (“Almost said”, “Suicide ego” con un ritornello facile), passando per una serie di canzoni interamente giocate su parti dissonanti sorrette da un impianto di canonici 4/4. Sono questi gli episodi migliori, dal muro chitarristico che puntella il finale in crescendo di “More than this” alla ballata sbilenca di “Humbled”, urlata da Boston in un vortice strumentale che sfiora l’atonalità, alla toccante e sorprendente delicatezza di “Philo’s snag” nella quale fa capolino un violino struggente a sottolinearne la cupa intensità. Disco per nulla fondamentale, dotato tuttavia di una profondità ed una ricercatezza che celano una sorprendente cura per i dettagli ed una innegabile astuta abilità nel conferire a canzoni non irresistibili un aspetto intrigante. (Manuel Maverna)