SANTA ESMERALDA  "Santa Esmeralda 2"
   (1978 )

Dopo il clamoroso successo in tutto il mondo di DON’T LET ME BE MISUNDERSTOOD, ennesimo brano degli anni Sessanta in versione disco, i Santa Esmeralda ci riprovano con un altro pezzo di quegli anni, un altro rock blues in versione 1978. Semplice prevedere un bis, meno facile indovinare che il secondo LP non avrebbe avuto nulla a che fare col cantante del gruppo, Leroy Gomez. Ma andiamo con ordine. All’epoca del primo successo, non si capiva chi fosse il vero protagonista del gruppo, se Leroy Gomez, se le Santa Esmeralda (tre belle ragazze in abiti spagnoleggianti), se fossero davvero un gruppo con origini andaluse etc. Un po’ di chiarezza si era fatta: Leroy Gomez era un apolide con residenza statunitense. Ma quando venne in Italia per lo spettacolo di Capodanno il suo manager tenne a presentarlo col suo vero nome e cognome mentre i discografici per ovvi motivi commerciali preferivano identificarlo col nome del gruppo, Santa Esmeralda. Però in quel momento Leroy aveva già chiuso i rapporti col producer dei Santa Esmeralda e quindi lo stesso manager aveva pensato bene di ricostruire un nucleo pressoché identico a quello appena sciolto: via Gomez, dentro un altro, tale Jimmy Goings, nome artificiale e personaggio di cui non si sa nulla proprio come era accaduto a Leroy l’estate scorsa. In Italia, quando esce il nuovo disco non si sa che il vero artefice del successo di DON’T LET ME BE MISUNDERSTOOD non sarà della partita e l’album viene dato alle stampe col nome di SANTA ESMERALDA 2 senza alcun riferimento al cantante subentrato. Una specie di truffa, tanto più che in copertina non appare nessun personaggio maschile o riferimento al nuovo membro. Che potrebbe essere interpretato in maniera duplice (e subdola): Leroy Gomez è i Santa Esmeralda e quindi potrebbe essere superfluo farlo apparire in copertina. Oppure Gomez non appare semplicemente perché non c’è più. A Parigi si celebra un processo su chi deve tenere il nome Santa Esmeralda. L’entourage di Leroy sostiene che già nel primo album non era ben chiaro, nel senso che Santa Esmeralda doveva essere solo il nome del disco e il cantante non doveva figurare come ospite (feat. oppure starring) ma come reale protagonista. Il tribunale darà il consenso di utilizzare il nome Santa Esmeralda alle tre ragazze, che in realtà figurano solo in copertina limitandosi a ballare dei falsi passi di flamenco e Leroy Gomez continua la sua (breve) carriera col suo vero nome. Ma parliamo un attimo del disco che comunque è entrato in classifica ancora prima che si sapesse tutta la magagna. THE HOUSE OF THE RISING SUN è il singolo apripista tratto dal nuovo album. La canzone è un pezzo molto vecchio appartenente alla tradizione della Louisiana, ripreso dagli Animals nel 1964 e da Bobby Solo nel 1965 col titolo de LA CASA DEL SOLE. La canzone ha un testo abbastanza drammatico, in realtà. THE HOUSE OF THE RISING SUN altri non è che un bordello e le parole dicono che "è stata la rovina di tanti poveri ragazzi". Lo stesso sviluppo armonico , arrangiamento spagnoleggiante, battiti di mano, trombe alla Tijuana Brass. Praticamente la copia carbone del precedente. La differenza è che il primo disco aveva un senso ed era a modo suo originale, il secondo si sente lontano un miglio che è stato fatto per battere il ferro finchè è caldo. Sedici minuti di canzone sembrano esagerati soprattutto se si pensa che ormai le trovate ad effetto che tanto successo ebbero col primo disco sono scoperte e scontate. Tra le altre canzoni del disco (in tutto quattro) c’è un'altra cover, questa volta di un brano di Donovan del 1966, HEY! GYP! (Christian Calabrese)