ZEN CIRCUS  "Andate tutti affanculo"
   (2009 )

Trio pisano proveniente dal sottobosco dell'underground nazionale, qui alla prima prova interamente cantata in italiano dopo svariati anni di gavetta nel circuito indipendente. Il titolo provocatorio sicuramente non mancherā di attirare l'attenzione, che dovrebbe invece essere spostata sui testi, la cui furia iconoclasta non risparmia nessuno: un concentrato di rabbioso e disilluso sarcasmo sorretto da musiche che oscillano dal punk di "Vecchi senza esperienza", cruda e feroce nel suo minuto e mezzo di satira sociale, al folk dell'amara ballata di "Ragazza eroina", della bordata ā la Violent Femmes di "Amico mio" e soprattutto della splendida title-track, otto minuti strutturalmente perfetti (ritornello solo strumentale, parole irriverenti declamate con contrastante delicatezza, coda di quattro minuti avulsa dal resto del brano) per sputare veleno con candore omicida. Buona la collaborazione con Nada nel rock sostenuto di "Vuoti a perdere", e bella la morte rivista a tempo di marcia nella lunga "It's paradise", mentre altri episodi (la caduta di stile di "Gente di merda" e l'inutile "We just wanna live") lasciano alquanto a desiderare peccando di ingenuitā. La chiusura di "Canzone di Natale" č tuttavia un piccolo capolavoro: in sette minuti giocati al ritmo strappalacrime di una ballad natalizia, con tanto di commuovente giro new-romantic, si dipana la storia narrata in prima persona di un giovane tossicodipendente che abbandona il pranzo di Natale coi parenti per approvvigionarsi della roba che lo farebbe star meglio. L'effetto comico dello sketch č mitigato - ed addirittura invertito - dal vuoto assoluto di cui il ragazzo č espressione nella sua solitaria, rassegnata sconfitta personale, in un giorno che dovrebbe essere di festa e si trasforma invece in un calvario infinito fino al drammatico epilogo. Un buon disco ricco di spunti e temi, forse privo di pezzi-killer che lo possano innalzare al piano superiore, lavoro che propone canzoni interessanti, ma complessivamente un po' debolucce per poter davvero sfondare come si deve ad alti livelli. Comunque piacerā. (Manuel Maverna)