RICHARD HAWLEY "Lowedges"
(2003 )
Richard Hawley è stato per anni il chitarrista dei Pulp di Jarvis Cocker, band intrappolata tra neo-romanticismo, pop sinfonico e melodie ballabili dal mood sfacciatamente british e caratterizzate dall’alto livello di claustrofobia, morbosità ed introversione tipiche della cultura albionica. Giunta al termine la parabola dei Pulp, entità che rimane piuttosto isolata nel panorama del pop anglosassone, Richard Hawley varò una brillante carriera solista dedicandosi anima e corpo al recupero di sonorità ed atmosfere mutuate direttamente dagli anni ’50: si tratta di puro revival che crea una trasognata, quasi irreale ambientazione da dance-hall, oscillando tra il folk primitivo di Buddy Holly (“The motorcycle song”) e le melanconiche ballate à la Roy Orbison, la cui anima è presente in ogni traccia, dal bel singolo “Run for me” – perfetto per scrittura e trasporto emotivo – al ballabile di “Darlin’”, dall’accorata “Oh my love” al finale zuccheroso di “The nights are made for us”. Undici canzoni “belle”, pulite e levigate, dichiaratamente ed ostentatamente fuori moda, undici gentili canzoni d’intrattenimento leggero scritte ed interpretate con impeccabile eleganza ed offerte con garbo ad un uditorio nostalgico di tempi oramai perduti. E tra un Elvis (“You don’t miss your water”, country lento con slide-guitar) e un Paul Anka (“It’s over love”, pomposa e magniloquente), il tenebroso Richard libera il suo crooning stentoreo in un minifilm in bianco e nero, davanti ad una platea che profuma di brillantina, un po’ Grease, un po’ Happy Days. (Manuel Maverna)