PAOLA & CHIARA "Giungla"
(2013 )
E’ chiaro che, nel momento in cui le due fanciulle presentano l’album dicendo robe tipo “sarà l’ultimo, ci siamo stufate di essere ignorate”, le cose vanno da sé, ricordando che anche il poter dire “nessuno ci considera” e avere spazi sui giornali non è cosa per tutti. E allora, la domanda è semplicemente questa: hanno ragione o no? Forse sì, e che non arrivi il Dio della musica a sbranare lo scrivente. Paola e Chiara, lontani sia i tempi sanremesi che quelli delle esaltazioni ispaniche, da anni portano avanti una loro versione di pop elettronico con qualche accenno sensuale che, a dire il vero, in Europa è motivo di successo, fama e tutto il resto, per tanta gente. Qui, invece, evidentemente il genere interessa poco, dato che oltre a qualche passaggio radiofonico figlio dell’antico successo non è che ci sia tanto. Eppure, “Giungla” è il classico disco estivo se ce ne è uno, come quelli che uscivano anni e anni fa, e si aggrappavano per la promozione ai Festivalbar e affini: ritmica, qualche lento sparso qua e là, e una dimensione che sembra proprio adeguarsi ad un walkman vecchio stile. Cercando di arpionare qualche sonorità attuale (il rap di Moreno in “Tu devi essere pazzo”, per intenderci), ricordando la dance classica di “Ma tu non puoi più chiamarla felicità”, o altri bpm alti come su “Non piangere per me”. Insomma, qualcuno potrebbe dire che è facile scopiazzare quello che va fuori dai confini e poi lamentarsi, ma è anche vero che nessun altro lo fa – e poi dai, questa è roba che è figlia legittima di “Vamos a bailar”, per cui le due sorelle hanno tutto il diritto di partorirlo ed esserne fiere – e quindi la scommessa è quella di andare a cercare cose simili nel panorama italico. Fatto, fin troppo, di fanciulline ululanti a clonar antiche Pausini e pulzelli tatuati convinti di avere la verità nelle corde vocali. Quindi, immaginatevi qualche anno fa, a girare e rigirare la cassetta nel vostro walkman sdraiati in spiaggia, e scoprirvi in settembre con la confezione totalmente insabbiata, magari archiviando “Giungla” e non risentendolo più, ma dopo averlo accuratamente usato e logorato lungo tutti i giorni caldi estivi. Poi è vero, di Paola e Chiara potremmo farne a meno, ma è vero anche che se ne sentirebbe la mancanza. (Enrico Faggiano)