VICTORZETA E I FIORI BLU  "Dans le rêve"
   (2013 )

Succede, certe volte, che basti una singola idea per tirar fuori un progetto musicale di tutto rispetto. A volte, invece, dentro un singolo progetto ci sono tante e tali sfaccettature che non si sa bene da che parte girarsi. Questa seconda possibilità, è di certo quella che riconduce a Victorzeta e i Fiori Blu, progetto dietro al quale (e dentro al quale) c'è davvero tanta roba, la più varia possibile. Tanta roba dal punto di vista musicale, dal momento che si mescolano efficacemente folk, reggae, rock, ska, musica balcanica e persino elettronica, non sterile ed artefatta ma calda e pulsante. Tanta roba pure dal punto di vista testuale, dove alcuni passaggi rasentano la pura poesia. E, infine, nel progetto Victorzeta e i Fiori Blu c'è tanta roba fin dal nome e dalla presentazione dell'ensemble, negli infiniti rimandi e citazioni: "I Fiori Blu", oltre che titolo del brano d'apertura dell'album, è un libro di Raymond Queneau, tradotto in Italia da Italo Calvino, un’opera surrealista che ricalca sorprendentemente la situazione politica e storica attuale, Victorzeta è invece "l'omologo qualunquista" del leader della band Ugo Russo (ragioniere, avvocato, rappresentante, impiegato, attore, cantante, produttore, regista, insegnante, poeta...), che in questo modo si autodefinisce "un signor Nessuno" (V e Z sono, infatti, le lettere alla fine dell’alfabeto). E ancora: "Dans le rêve" è il titolo di una prima raccolta di opere di Bertrand-Jean Redon, d'impronta fortemente simbolista e surrealista, mentre "Strade" è un omaggio al film "La strada", di Federico Fellini, premio Oscar come miglior film straniero nel 1957. Il progetto della band parte qualche tempo fa con "Lascia che mi lasci andare", brano non a caso scelto ora come primo videoclip (diretto da Elena De Candia e prodotto in collaborazione con la scuola di cinema Pigrecoemme): si tratta infatti della canzone che spinse Ugo Russo ad impegnarsi nei Victorzeta dopo la lunga esperienza nei Crisma 33, ensemble di una certa importanza in terra campana e non solo. Russo la definisce «una canzone individualista che è una critica ad un certo tipo di formalismi, ad un certo modo di stare in coppia, seguendo determinati stereotipi culturali nei quali ci si vede costretti a legarsi a qualcuno che, in realtà, ci allontana da noi stessi». La definizione non fa una grinza, e vi spiega a quale mondo (profondo e di non immediata lettura) andate incontro approcciandovi a Victorzeta e i Fiori Blu. Sarà comunque, questo è indubbio, un viaggio davvero piacevole. (Andrea Rossi)