UGO MAZZEI  "Mezzogiorno o giù di lì"
   (2011 )

Secondo lavoro del cantautore siciliano Ugo Mazzei, dieci canzoni che spaziano lungo un nuovo percorso, che abbandona la forma poesia in musica di scuola italo–francese del primo cd, per arrivare diretto a forma canzone di matrice americana, di cui Mazzei è da sempre grande sostenitore e seguace. Il disco, come il precedente "Tra Pubblico e Privato", è coprodotto insieme a Luigi Piergiovanni della Interbeat e a Massimo Pennisi, che lo accompagna nel cd anche come bassista, insieme al chitarrista Giovanni Di Caprio, al batterista Derek Wilson, a cui si è aggiunto il mitico percussionista Tony Cercola, nomi presenti in alcuni dei dischi più importanti della musica italiana. «Quando ho deciso di incidere "Mezzogiorno o giú di lí", ho subito pensato a come avrei potuto riprodurlo dal vivo» spiega Mazzei, lasciando quindi emergere l'esigenza di comporre una musica e un disco semplice, più diretto rispetto al precedente, e di facile suonabilità in concerto. E cosí Mazzei ha deciso di partire per un’avventura attraverso sonorità americane, ma con chiari riferimenti alla letteratura spagnola e principalmente alla poesia di Garcia Lorca. Le canzoni di questo disco riflettono la luce forte di una Sicilia autunnale, così simile al sole di Spagna, e nei testi mettono in rilievo la passione per le tinte forti e surreali, al margine del grottesco. Evocando il tepore di inizio estate, quando la strada sembra vibrare in una nube di polvere e caligine. E' l'ora delle vipere, il mare si unisce al cielo e la Sicilia appare come un orizzonte americano. E' così che le canzoni si vestono di suoni stranieri, si impossessano di altre culture, in viaggio al confine tra sogno e realtà. «Durante l’arrangiamento del cd, ho affidato le canzoni ai miei musicisti – ricorda Mazzei - che le hanno vestite con abiti di stagione, sobrii in alcuni momenti e addirittura succinti in altri. Mi sono così allontanato per poi tornare a dare voce al progetto come se lo ascoltassi per la prima volta. E poi interpretarlo con lo stupore e la semplicità di un bimbo, che vede il mondo». Emblematico il brano ''Feste Gitane'', che rimanda al momento della sera quando il fiume Guadalquivir riflette le luci di Cordova, e la tipica aria tiepida di Spagna accompagna il cammino di un uomo che immagina una realtà cavalleresca. Oppure ''La Notte Sempre Accesa'', dove un conducente d'autobus trasforma il suo mezzo in aereo , e con questo gira il mondo sorvolando catene montuose e città. Carica tutti quanti e poi decolla da un posto indefinito per atterrare in Nepal. In ''Oh Marilina'' si canta la donna ideale, quella che ogni uomo vorrebbe avere vicino. Introversa e spudorata al tempo stesso, sa ballare, sa essere sensuale e casalinga, ogni suo movimento suona come provocazione fisica e psicologica. Che si nasconde dietro un libro di poesie ma poi riappare spietata e vendicativa.