THE STOOGES "Fun house"
(1970 )
Ho sentito dire che “Fun house” è il disco preferito di Jack White dei White Stripes.
Anche se non ho letto personalmente l’intervista in cui lo dichiarava, devo dire che ci credo, o perlomeno il disco è talmente perfetto che la cosa appare verosimile!
Direi, quasi, che racchiude un’epoca, segna il passaggio dal blues-rock a qualcosa di più sporco, apre la strada a tutto ciò che è uscito negli ultimi quarant’anni a partire da quella direzione.
“Down on the street” è già un capolavoro senza tempo (vedere anche la fantastica cover dei Rage Against The Machine contenuta in “Renegades”), fatto di un blues-rock molto sostenuto che si scompone e ritorna in sé.
E’ un disco da strada, che sembra suonato per la gente comune, così come la voce tagliente di “Loose” sembra poter raggiungere tutti, e la chitarra stridula di “T.V. eye” sembra essere stata registrata in un garage qualsiasi, ma non potrebbe essere altrimenti.
Più lenta è “Dirt”, scandita per sette minuti dalla stessa batteria metodica che lascia spazio ad ogni costruzione del basso e della chitarra elettrica. In “1970” il ritmo è più veloce e scandito dal basso, ma con influenze quasi rockabilly e ballabile come uno dei primi pezzi rock.
“Fun house” e “L.A. blues “ sono più sperimentali, con un sassofono molto libero di spaziare insieme alle grida di Iggy Pop, il tutto ricorda (quasi) gli Area.
Sette pezzi che, decisamente, vanno a comporre una pietra miliare nella storia del rock ‘n’ roll.
(Federico Pozzoni)