DOME LA MUERTE AND THE DIGGERS  "Diggersonz"
   (2010 )

Se dovessi tradurre il nome di Iggy Pop in italiano sceglierei Dome la muerte. Anche se è spagnolo. E poi non sono nomi, ma pseudonimi. Però il paragone si traduce in musica perfettamente, e così “The diggers” completa la denominazione in maniera altrettanto valida di “The stooges”. La registrazione analogica compiuta in uno studio specializzato spagnolo conferisce all’album un suono vintage molto caratteristico e anni Settanta. Le dieci tracce garage-blues-rock (cantate in inglese) si aprono con il tamburellare di “Session man”, dove la chitarra elettrica sopravanza acuta, e i saliscendi dei coretti vocali di “King of trouble”. L’atmosfera da scantinato sporco ma felice continua con il movimentato “Mary Jane boogie” (dal significato ironico?), dove compare anche l’armonica proposta nei momenti più blues del disco. Sempre più spazio alle chitarre distorte viene dato in “Do it” e “Suicide temple”, riempite da una voce roca e volutamente sguaiata. Il pungente sound rockabilly delle strofe di “Everything” precede poi il breve finale strumentale di “Taberna el cubano”, da film alla Sergio Leone. Decisamente una bella conferma. (Federico Pozzoni)