LYMPH  "Birth"
   (2010 )

La band vicentina esordisce con una strabiliante maturità sonica, ascoltare "Something invisible" e "How I can explain" dove ogni elettrone è vibrazione e in "Fog" e "Mirror of my soul" dove i magneti della chitarra vengono catturati e restituiti animati di luci sconosciute. Un turbinio di melodie incantevoli che si crogiolano nell'incipit di un sound elettronico sensibile e cerebrale in "Obsessive voices" e "I'll be in your dreams". Un sound evocativo dove le ombre, invece di incutere timore, si trasformano in luce e calore come in "Shapes in the shades"! Un disco tecnicamente perfetto, dove non si spreca nulla, non una stilla di sudore, non un movimento inutile, mai un corto circuito, ma un semplice magnifico paesaggio disegnato con tinte al neon. (Ivan Dragomilov)