HELENA VERTER "Questione di ore"
(2009 )
Helena Verter: nome e cognome per una visione del mondo, espressa con musica e parole… La band marchigiana presenta il suo primo album, prodotto da Andrea Mei (ex tastierista dei Gang e autore per i Nomadi): dieci immagini in musica raccontate con tutto il carisma della cantante Caterina Trucchia e l’incontenibile energia rock degli Helena Verter. Helena Verter nasce in Italia nel 2003 con nome e cognome, respira il mondo, lo decodifica, lo restituisce attraverso musica e parole. La dimensione del palco per Helena è dimensione di possibilità in cui tutto può accadere e accade... l'alchimia di ispirazione, forza, passione genera lo spettacolo, la comunicazione. Il primo lavoro in studio degli Helena Verter, registrato e prodotto da Andrea Mei, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, al Potemkin studio di Civitanova Marche, è una questione di ore. In fondo è sempre una questione di ore, ogni azione, ogni pensiero, si muove, e prende vita all’interno dello scorrere del tempo. La vita è una questione di ore. Ore buone, ore cattive, dentro dieci immagini in musica a tinte forti, intrise di fumo, profumi, e caffè, contaminate da oggetti di vita quotidiana, immerse in sogni, amori, e passioni, la realtà apre ad altre realtà, che si susseguono e si inseguono. Così la band descrive alcune canzoni di “Questione di Ore”: -“Squali avvoltoi buffoni e voyeurs”: tra reality, quiz, contenitori pomeridiani, la televisione, propone-propina, distrazione di massa, inchioda gli sguardi su una superficie colorata, fredda piatta, come allo zoo guardiamo nelle gabbie la vita che non c’è. -“5 mg di vero niente”: elementi di dipendenza, stupefacenti, crudeli responsabilità iniettate giorno dopo giorno si condensano in 5 mg di... Vero niente, forse pochi..forse troppi. -“Questione d’amore”: addentrarsi nella vita, innamorarsi delle esistenze fragili troppo spesso abusate strumentalizzate massacrate. Quando si consumano violenze sui bambini il cuore si lacera le ferite bruciano e le ore cattive si moltiplicano. -“Sogno affamato”: i sogni costretti in ore tarde si lamentano rivendicano uno spazio vitale. Il desiderio di non corrispondere ad un modello di perfezione genera l’ansia di un altro tempo e la liberta’ di difendere un sogno condiviso da’ a tutto un senso nuovo. Mentre il mondo sogna se stesso, noi sognamo …noi. -“Percezione delle cose”: le cose: cosa sono in fondo le cose? Sono quello che vediamo? E’ “inquinata” la percezione delle cose? Le vediamo davvero per quelle che sono?.. S’insinua dentro te qualcosa che non riesci a decifrare e... costringe a sopportare.