NEVERDREAM "Souls 26/04/1986"
(2008 )
Le parole d'ordine di sempre: prog-metal, dark e gothic, a cui tenere fede o tenere testa! Parliamo dello scenario dei romani Neverdream, ormai giunti alla loro terza uscita marchiata a fuoco dalle volute scelte testuali. "Souls 26-04-1986" evoca uno dei più grandi drammi umani, il disastro della centrale nucleare di Chernobyl, una data e otto tracce come contesto di riflessione e presa di coscienza. Le scritture dialogano facilmente con il genere ma, allo stesso tempo, non vi rimangono intrappolate in facili e catalogabili tratti stilistici, ne è un chiaro esempio la scelta d'interferenza strumentale, che a tratti riesce a vestire a pieno anche l'elegante danza di un sassofono che si fa strada egregiamente tra chitarre in riff e ritmiche ossessive. La differenza, l'imprevedibilità, l'ottima produzione, l'intelligenza e la cultura sonora sono le armi vincenti di questo disco, che non danno limite alla scrittura lasciandosi immortalare tra personalità, creatività, e dialogate movenze di notevole efficenza. Si riescono a vestire e gestire gli intrapresi elementi trattati, dalle evidenti ferite ancora aperte, all'amarezza delle dilaniate chiusure ("Silence"), ai cambi repentini, alle distorsioni ("Victims") o alla malinconia di "Across the tears". Nonostante qualche leggera caduta di stile o tenuta (gestibile, sia chiaro), niente di grave; l'interezza premia e cattura l'ascolto, riuscendo a diventare mai banale o scontato. Lasciatecelo dire: "Finalmente qualcosa di nuovo anche su queste scene!". Bravi. (Sara Bracco)