MODERN TALKING "The final album: the ultimate best"
(2003 )
Ma come, avrebbero mugugnato i fans. Due mesi prima era uscito il nuovo album, si era già parlato delle clamorose feste per il ventennale, e ora si scioglievano da un momento all’altro? Con un concerto – peraltro in odor di playback – e con gli “arrivederci e grazie”? Ok, stavolta non erano volati i piatti come nel divorzio di 16 anni prima, e la divisione pareva nascere solo dal fatto che, forse, andare avanti nel ripetere ogni volta la stessa solfa era diventato pesante anche per loro. Con Anders che voleva comunque mostrare di avere talento e non solo voce, e con Bohlen ormai diventato più personaggio da televisione (germanica, ovvio) che non da falsetto infinito. Avevano superato i cento milioni di dischi venduti: cento milioni, ripeto, e forse si erano stancati. O forse temevano che si sarebbero stancati i loro tifosi, fedeli da un ventennio, al ripetersi costante della loro formula magica. Che era nata nell’inverno 1984-85 con il clamoroso successo di “You’re my heart you’re my soul”, e che si era ripetuta negli anni ’80 seguendo la stessa, inevitabile, rumba. Diventati poi personaggi da gossip, dopo lo scioglimento vissero 10 anni alla ricerca del successo perduto, accorgendosi che di coppia, però, vendevano anche i loro respiri. Altri 5 anni di corsa, e il nuovo split. Occasione per rimettere in circolo un raccoltone, con tutti i loro singoli messi uno dopo l’altro, e l’appello a seguirli anche nelle successive vicende da soliste. Con Thomas Anders però a tornare ai margini (prima con “This time” del 2004 e poi con l’album di cover anni ‘80 “Songs forever”), e Dieter Bohlen a far sempre più l’autore e produttore che non l’artista di primo piano. Se le prossime fidanzate dei due necessitassero però di nuovi attici a Monaco, non escludiamo però un nuovo comeback. Chi vivrà vedrà: nell’attesa, in giro per il web esiste un sito dove, mandando tre frasi, il webmaster compone per voi la vostra “Modern Talking song”. Non ci credete? Bussate alla porta di www.live-mt.com. Della serie, tutto è possibile. (Enrico Faggiano)