MATIA BAZAR  "Berlino Parigi Londra"
   (1982 )

Altalenanti tra un Sanremo e l'altro, ma anche desiderosi di guardare al di là della propria regione, con questo album i Matia Bazar voltarono pagina. Ci fu l'inserimento del tastierista Mauro Sabbione, panacea per il rischio di noia e sparizione dalle classifiche, ma soprattutto chiave per entrare negli anni '80 con le migliori intenzioni. "Berlino Parigi Londra", già dal titolo, voleva avere respiro europeo e, come prima cosa, alzare gli occhi dal proprio campo per guardare un po' cosa stava capitando nel Continente. Laddove c'era la coralità quasi hippie degli anni '70 vennero inseriti sintetizzatori, e fin dall'esordiente "Lili Marlene" si capisce che, come si suol dire, la musica era cambiata. Primo atto degli eighties dei Matia, prologo a quel "Tango" che qualche tempo dopo avrebbe spaccato classifiche e partorito l'immortale "Vacanze Romane", qui ancora sembra non esserci la voglia di diventare completamente robotici, e qua e là ("Passa la voglia") le sonorità mantengono i piedi ben saldi per terra. Ma assaggiando il singolo "Fantasia", in primis, ci si accorge di questo desiderio mitteleuropeo che si alterna all'ugola di Antonella Ruggiero - esaltante in "Io ti voglio adesso", ad esempio - al vocoder di "Che canzone è" e alla poesia mischiata in tutte le tracce di questo lavoro. Che ancora non rende i Matia Bazar alieni a chi aveva amato "E dirsi ciao" e "Cavallo bianco", e che apre a chi avrebbe poi apprezzato il trasformarsi di Carlo Marrale in Gary Numan, per farci capire, quel piccolo mondo che negli anni successivi avrebbe reso il gruppo una mosca bianca nel panorama, alquanto ingessato, della musica italiana anni '80. (Enrico Faggiano)