GIANMARCO MARTELLONI  "La superficie del mare"
   (2008 )

D'accordo che questo è un album d'esordio parecchio particolare, dal momento che Gianmarco Martelloni, nonostante abbia appena 30 anni, sono ormai più di 10 primavere che bazzica nel mondo della musica che conta (Raf ha ad esempio cantato la sua splendida "Aria di niente"). Nonostante questo, è davvero incredibile come questo disco, comunque il primo per il cantautore bresciano, più che un normale album paia un greatest hits. Non perché i brani contenuti siano noti (questo proprio no), quanto perché tutte le canzoni, nessuna esclusa, paiono aver la forza e la rotondità di potenziali singoli. Qui non c'è una sola, singola nota di riempitivo: potete cominciare e terminare l'ascolto da un brano qualsiasi, e ne sarete comunque avvinti. Ora il pubblico sta cominciando a conoscere in massa la canzone "Messalina" (al momento battutissima su Radio Deejay): bene, chi, come il sottoscritto, ha avuto la fortuna di poter ascoltare già diverse volte questo lavoro, viene da pensare che il suddetto brano, in fondo, non sia il migliore del lotto. Non perché sia scarso (tutt'altro), ma perché "Cravatta rossa" è ancora meglio. Perché la brevissima sferzata rock di "Smetti di sorridere" (1 minuto e 33 secondi!) ti si attacca al cervello e non ti abbandona più. Perché "Indietro non si torna" è un piccolo grande gioiello, e "Volami per casa" è forse il brano più riuscito in assoluto. Insomma, lo si dice a volte fuori luogo, ma stavolta è proprio vero: qui c'è solo l'imbarazzo della scelta. Pensateci: di quanti album (anche di colleghi ben più celebri di Martelloni) si può dire la stessa cosa? Pochi, davvero. (Andrea Rossi)