PET SHOP BOYS  "Disco 4"
   (2007 )

La quarta puntata dei “Disco” a nome Pet Shop Boys, le cui uscite sono quasi periodiche – una ogni sette anni – è forse la più colossale dimostrazione di quanto il duo Tennant-Lowe sia apprezzato e richiesto in maniera trasversale, ecumenica, totale. D’altra parte, non si resta a galla per oltre 20 anni senza averne un briciolo di merito; piuttosto, può incuriosire come prima, ci fosse il successo del pubblico ma l’indifferenza della critica, mentre adesso... Adesso è il contrario: quasi ignorati da MTV e altre cosucce che non riescono ad andare oltre i mocciosi, i PSB stanno incassando attestati di stima da insospettabili: un Robbie Williams che canta “We’re the Pet Shop Boys” (roba peraltro nemmeno composta dai due ragazzi del negozio di animali, oltretutto), una Madonna, varie ed eventuali. Peccato che, ormai, la loro sia etichettata solo ed esclusivamente come dance gay, in quelle classificazioni ridicole e superficiali. Dicevamo: in questo album c’è l’essenza della loro trasversalità, e se non ci credete andate a vedere di cosa si tratta. Solo due canzoni a nome loro (i remix di “Integral” e “I’m with stupid”) e, per il resto, i loro remix lasciati ad altri personaggi: e se volete sapere cosa unisca la Madonna discotecara degli ultimi anni, e i rabbiosi “cannibali” – andatevi a tradurre “Mein teil” – Rammstein, qui avete la soluzione. Ma, tra i tanti che nella storia devono qualcosa ai PSB, metteteci pure i Blur, quasi sconosciuti prima che Tennant-Lowe mettessero mano alla loro “Girls and boys”, troppo datata per entrare in questa raccolta. O Dusty Springfield, riesumata 20 anni fa, così come Lisa Minnelli, o Kylie Minogue, eccetera e via discorrendo. Li si può accusare, forse, di appiattire generi ben diversi tra loro: ma se non fossero considerati dei geni, non ci sarebbe la fila dietro casa loro per avere consulenze. Il quarto episodio “Disco”, che mette insieme anche manipolazioni da brani di Yoko Ono (!), Killers, David Bowie tra gli altri, andrebbe messo accanto agli altri tre, a prova di come sia cambiata la musica disco negli ultimi 20 anni: se riuscirete a superare i pregiudizi, qui c’è la storia della musica, o almeno di un certo tipo di musica. (Enrico Faggiano)