FABRIZIO ZANOTTI  "Il ragno nella stanza"
   (2007 )

Quale futuro ha, davanti a se', la nuova musica italiana? Verrebbe da non essere troppo ottimisti, perché se è vero che dischi non se ne vendono più in tutto il mondo, in Italia la situazione è ancor più radicale e drammatica. Questo per tante ragioni, ma soprattutto perché, in questo clima di perenne incertezza, chi potrebbe far qualcosa (leggasi le case discografiche) preferisce spesso soldi immediati (pochi) piuttosto che fare investimenti a lungo termine. Ecco che, così, i pochi artisti che ancora vendono bene (benino) vengono spremuti a più non posso: nuove compilation ogni 3 mesi, 2 live all'anno e via dicendo. Senza, però, preoccuparsi di dare ricambio a questi nomi: senza, come dicevamo, investire nel futuro. Da questa prassi, decisamente controproducente nel lungo periodo, si distaccano solo poche, coraggiose etichette. Tra queste è decisamente meritevole di menzione (e di lode) l'attivissima Storie di Note, che investe da una decina d'anni, pesantemente, nella musica italiana, producendo dischi (nuovi!) di artisti non ancora valorizzati appieno, se non addirittura dimenticati (come Claudio Lolli, Goran Kuzminac, Luca Madonia, Giorgio Conte, Max Manfredi, i Gang, Nada, ed anche gli Inti Illimani) e, soprattutto, fa grande opera di ricerca. Dando giusto risalto ad artisti validi ma non ancora celebri (l'ottimo Pippo Pollina su tutti) e, a volte, esordienti o quasi, come questo promettentissimo Fabrizio Zanotti. Ascoltando questo disco, viene da applaudire le poche etichette che continuano a cercare i nuovi talenti italiani. Perché Zanotti è, davvero, un grande talento, che sarebbe stato gravissimo oscurare. "Barbara e il sesso", "Matrioska" (che ricorda il bravo e dimenticato Mimmo Cavallo), "Il ragno nella stanza", "A Mostar", "Sarò libero" (con un'iniziale citazione di Fabrizio De Andrè): tanti quadri di una galleria valida e molteplice, capace di contenere proposte diverse ed ugualmente vincenti e convincenti. Zanotti suona da quando aveva 6 anni: ha formato, uno dopo l'altro, il duo Fabry & Banny (che nel '91 incide il live "Country party"), e poi i gruppi Stazione Marconi (album "Viaggiatori" del '99), i Senzalenza (album "Schegge" del 2002) ed infine i Foce Carmosina, con cui nel 2003 l'artista piemontese realizza uno spettacolo interattivo intitolato "Sacco e Vanzetti, canzoni d’amore e libertà", che, stampato su dvd, vende la cifra record di 30.000 copie allegato al quotidiano L'Unità. Zanotti attira così l'attenzione di Claudio Lolli, che nel 2005 incide la sua "Poco di buono" inserendola nell'album "La scoperta dell'America". Che diviene, così, il viatico a questo bell'album "Il ragno nella stanza", il primo "veramente solista" di Fabrizio, cantante ed autore che va coltivato come un bene prezioso. Come una piantina da preservare in tempo di guerra, come simbolo della speranza nel futuro. (Andrea Rossi)