PABLO CIALLELLA  "Pablo Ciallella"
   (2007 )

Pablo Ciallella, cantautore italo-argentino. E' difficile accostare la sua scrittura a quella di chiunque altro, nel panorama italiano. Se devo trovare subito, a freddo, la sua più importante pecularità, sceglierei l'ironia. Sì, perché c'è tanto altro nella proposta di Pablo: c'è grande musicalità, ci sono note centrate e precise (non a caso il disco è stato realizzato ed arrangiato da Roberto Vernetti degli Aeroplanitaliani, che notoriamente di suoni se ne intende), c'è anche una bella voce (che ricorda un po' Marcello Pieri, buon cantautore troppo presto dimenticato), c'è insomma tanta futuribilità ma anche parecchio da godersi subito. E, dicevamo, c'è soprattutto tanta ironia. Non demenzialità, semplicemente pura ironia, che permette di cogliere, a volte, anche gli aspetti più tristi della vita (sua ma anche nostra), con un sorriso e con accondiscendente tenerezza. Ascoltatevi "Rincoglionito", "La lavatrice", "Alla fermata dell'autobus" (con una splendida chitarra alla Mark Knopfler), "Le cartine della nonna", "Fast food universale" (che per lui è una canzone-verità, avendo lavorato da Burger King per mantenersi...) o il primo successo "Dura la vita a Milano città", o ancor meglio la dolce "Mi manchi", e converrete che siamo davanti ad un artista che, con tutta probabilità, ci accompagnerà molto a lungo. Oops, le abbiamo citate praticamente tutte, perché l'album è composto da 10 brani... Ma non siamo esagerati, credeteci: la produzione è coi fiocchi, non a caso è curata da Mara Maionchi e Alberto Salerno, in pratica chi scoprì e portò alla EMI (con un contratto di licenza) tale Tiziano Ferro. Vi dice niente? Marcelo Pablo Ciallella nasce a Lomas de Zamora, una delle periferie più povere di Buenos Aires, da papà italiano e mamma argentina. Arriva in Italia nel 1987, bambino ma già appassionato di canzoni popolari italiane come "Tu vuo' fa' l'americano" e "Il ragazzo della via Gluck", la musica che si ascoltava in casa. Cresciuto (ma mica tanto...) si butta invece sul rock, che suona in tre gruppi contemporaneamente, reinterpretando i successi di Guns N'Roses, Metallica, AC/DC; poi, a 19 anni, comincia a vagabondare, suonando, in giro per Italia, Portogallo, Spagna, Argentina e Stati Uniti, facendo tra l'altro da spalla a Bob Dylan durante il concerto di Bologna in onore del Papa, poi vincendo il concorso Giovani Artisti per la Regione Molise che gli ha fruttato un'esibizione come artista emergente al Parlamento Europeo a Strasburgo, poi è stato anche spalla di Moltheni al Politecnico di Milano e pure finalista della Regione Lombardia del concorso Rock Targato Italia dell’edizione 2000. Non siamo, insomma, di fronte ad un personaggio nato dal nulla, dall'oggi al domani. C'è stata una vita intera, musicalmente parlando, prima di queste 10 canzoni. Capirete quindi che fermarsi al singolo-rivelazione "Dura la vita a Milano città" sarebbe sprecato. Date, infine, un'ultimo ascolto interessato al brano di chiusura dell'album, "L'albero delle canzoni", nel quale l'argomento della droga è trattato con indicibile leggerezza e bellezza, con la giusta denuncia ma senza distacco. Grande maturità, insomma, in questo disco. Ciallella merita di durare a lungo. Lo farà. (Andrea Rossi)