IANVA  "Disobbedisco!"
   (2005 )

Il primo pensiero che sorge, nell'approcciarsi a questo disco, è la domanda se si tratti di un normale cd o invece di un'autentica pagina di storia. Se, insomma, il fine ultimo, di chi il lavoro l'ha prodotto, scritto ed arrangiato, sia stato musicale o meramente documentaristico. La risposta giusta è la prima: questo è un disco nel senso canonico del termine, un disco insomma in piena regola. Semplicemente, è un concept album, come si usava una volta. C'è comunque tanta, tantissima storia in questo cd (l'epopea di Fiume, la Reggenza Italiana del Carnaro, soprattutto un Gabriele D'Annunzio ben interpretato dal grande Andrea Chimenti), ma c'è pure una musica ispirata, che non è mero accompagnamento alla storia ma ne è, assolutamente, parte integrante. Gli Ianva nascono dall'unione di Mercy (membro di diversi ensemble come Malombra, Il Segno Del Comando, Helden Rune) e Argento (a sua volta primattore negli Antropofagus e nei Spite Extreme Wing), ed i due hanno messo a segno un progetto forse un po' difficile, almeno inizialmente, ma terribilmente emozionante, nel quale hanno creduto ciecamente, al punto di fondare all'uopo un'etichetta, l'Antica Fonografia Il Levriero. Al progetto si è poi aggiunta Stefania D'Alterio, ex Wagooba ma ancor più nota per la sua attività giornalistica su testate come "Psycho!" e "Ritual". Clamorosamente, c'è un po' di tutto (musicalmente parlando) in questo disco: tango, rock progressivo (a tratti addirittura dark rock), musica latina, cantautorato italiano, folk apocalittico, ritmiche militari, e persino canzone napoletana (nella ghost track "O' surdato 'nnammurato"), senza che l'apparentemente impossibile mix non riesca alla perfezione. E' facile, quindi, perdersi nelle vicende dei protagonisti, il Maggiore Cesare Renzi e la bella spia Elettra Stavros, personaggi veri, realmente vissuti. Ma la domanda finale, quella decisiva, è un'altra: è necessario conoscere alla perfezione i fatti storici di cui si parla, per apprezzare questo disco? No. Certo, avere un'idea del contesto aiuta, e non poco, la comprensione del progetto, ma non è strettamente necessario. Anzi, probabilmente la forza intrinseca di questo disco è proprio quella di poter vincere anche l'ascoltatore "medio", quello magari un po' disattento, e per nulla interessato all'argomento storico. Questo per le atmosfere, spesso magiche e sognanti a dispetto di ambientazioni cupe. Forse qualcuno s'offenderà per quello che sto per scrivere, ma la grandezza di questo disco è quella di poter anche essere infilato in un i-pod, ed ascoltato in riva al mare tra il casino e gli ombrelloni. Ci sono, insomma, diversi gradi di fruizione di questo disco. A quale giungere, a quale arrivare, sta all'ascoltatore. Ma, a tutti gli stadi, il viaggio sarà indubbiamente piacevole. (Andrea Rossi)