SIMPLE MINDS  "Once upon a time"
   (1985 )

Vai te a capire come sia strano il mondo. Con il pubblico a grattarsi la testa dopo il dolceamaro “Sparkle in the rain” dell’anno prima, i Simple Minds si trovarono con una canzoncina solo da interpretare, commissionata loro per la colonna sonora di un oscuro film, “Breakfast club”. Vabbè, avranno detto. “Dondondondondontiuuu forget about me”, avrà cantato Jim Kerr senza tanta convinzione. Il mondo sarebbe cambiato. La canzone colonizzò le classifiche, e forse implicitamente – benchè fu una canzone dal gruppo poco amata, nemmeno inserita nel successivo album – spostò il tiro musicale della band scozzese dall’elettronica al rock da stadio. Quello da “lalala” corale a fine della canzone, quello più sudato che immobile ed etereo come nel più classico suono da sintetizzatore. Jim Kerr si fece crescere i capelli, mise una bella corista di colore a fargli da sfondo, e “Alive and kicking” fu pronta a dirigere “Once upon a time” verso le classifiche, ma forse anche verso un genere diverso da quello amato dai fans della prima onda. “Don’t you”, come detto, mancava, ma l’album riusciva a vivere di vita propria, con “Sanctify yourself” e “All the things she said” a tenere alto l’interesse per molti mesi. OK, non era quello che ci si aspettava, ma poteva andare: l’importante era non aspettarsi una nuova “New gold dream”. (Enrico Faggiano)