LOU REED  "Magic and loss"
   (1992 )

Nelle mille esistenze di Lewis Firbank Reed, c’è stato spazio per qualunque eccesso, di sostanze, di vita, di emozioni. In una vita subiva l’elettroshock a 16 anni, in un’altra finiva 20enne nel turbine di alcool e droga. Senza uscirne, 25enne, dava vita a uno degli album più importanti della storia della musica rock (Velvet Underground and Nico), e da solista, al primo vero album, sfornava a 30 anni tre futuri evergreen come “Walk on the wild side”, “Perfect day” e “Satellite of love”. Tra le mille vite di Lou Reed, c’è anche la più umana, certo la meno straordinaria, ovvero quella di un uomo adulto che si ritrova a partecipare alla morte, alla malattia, alla perdita di una persona cara. Ma anche qui, Lou Reed, cinquantenne e artisticamente maturo, si dimostra uno straordinario poeta sopravissuto. Ai compagni andati di gioventù, distrutti da dipendenze devastanti, e ora agli amici Doc Pomus e “Rotten” Rita, sopraffatti da malattie incurabili. Dal profondo dolore di quelle morti nasce, nel 1992, l’introspettivo “Magic and loss” (La magia e la perdita): 14 canzoni sulla malattia, sulla fragilità umana, sulla sofferenza fisica, sulla mancanza e sulla morte. E’ probabilmente il Lou Reed più profondo e poetico mai ascoltato, in grado di esprimere a parole il dolore più difficile da teorizzare e pronunciare. Quattordici testi che sarebbero da copiare e incollare qui, da leggere e rileggere, che sarebbero poesia anche senza la musica e la voce cupa di Reed. Con questa addizione, quasi tutte le 14 canzoni diventano pugni forti alle convenzioni, agli schemi e alle reticenze che porta con sé il pensiero della morte: da “What’s good” a “Power and glory”, da “Magician” a “Sword of Damocles” da “Goodby Mass”a “Dreamin”a “No chance”. Per tutte, ad essere forzatamente riduttivi, parla la più inquietante, “Sword of Damocles”: "Vedo la spada di Damocle che pende sul tuo capo, stanno tentando una nuova cura per farti alzare dal letto, però le radiazioni uccidono le parti malate e quelle sane, non sanno discriminare, così per curarti ti devono ammazzare... Quel misto di morfina e dexedrina lo usiamo noi giù in strada, ammazza il dolore e ti tiene su, c’è la tua anima da tenere su, ma questo gioco a quiz ha le sue regole e non sempre sono i buoni a vincere, ed è la forza spesso che ha ragione... la spada di Damocle pende sul tuo capo… Sembra che tutto quel che c’era da fare sia stato fatto, da quaggiù le cose però non sembrano giuste, ma ci sono tante cose che non ci è dato sapere: forse c’è qualcosa lassù, qualche altro mondo che noi non conosciamo... so che detesti queste cazzate mistiche, è solo un altro modo di vedere la spada di Damocle che pende sul tuo capo...". Degna di questo concept album è la chiosa finale, ultima frase della title track “Magic and Loss”: "C’è un poco di magia in ogni cosa, e un poco di perdita. Per compensare le cose…". (Luca Marozzi)