DANIELE FARAOTTI  "Ep! Ep! Urrà"
   (2024 )

Chi ha voglia di sperimentare, e di alzare l’asticella performante rispetto a lavori precedenti, sappia che da noi sono gli ospiti più graditi: ed è proprio con questa prerogativa che accogliamo, con tanto interesse, il terzo, nuovo disco di Daniele Faraotti “Ep! Ep! Urrà”, connotato da 10 brani che caldeggiano verso lo sperimental-synthpop, con testi che (spesso) rasentano lo stravagante ma senza risultare pacchiano, e ciò già denota una forza espressiva audace e sensibile.

Il cammino evolutivo di Daniele risulta evidente sin dalla pulsante e garbata “Eterni” e dalla seguente “La forma dei coleotteri”, episodi nei quali ci fa accomodare in un salotto surreal-ipnotico molto piacevole, dimostrando che nel suo “Itinerario” si sguazza con diletto e introspezione, in un vortice di fantasie mirabolanti fatte… “Ad occhi aperti” con vista su vicende quotidiane in humus estraniante, e “Le promesse” di stilismo identitario, che ci vuol far intendere Faraotti, sono pienamente mantenute.

Dopo l’aulica “Eddie”, scorrono la conturbante “La maschera degli ardenti”, la denuncia sociale contro l’alienazione dell’individuo di “Fuori le icone” e la dissacrante “L’oro”, che trasuda di desiderio di libertà da difendere a spada tratta.

La saracinesca dell’album viene abbassata proprio dalla titletrack, che inietta una ridda di suoni e soluzioni estrose a rilascio lento, per ben perpetrare l’anelito di identità e desiderio di vivere anche con personalità imprevedibile ma costruttiva: perché no? Progredire, sorprendere, magnificare la vita: ecco il tris vincente che Faraotti ha calato sul tavolo di “Ep! Ep! Urrà”. C’è da rallegrarsi davvero! (Max Casali)