SEUN KUTI & EGYPT80  "Heavier yet (lays the crownless head)"
   (2024 )

La sconvolgente ritmica dell'afrobeat / afro funk del figlio del mitico Fela Kuti, Seun Kuti con i suoi Egypt80, è incarnata nel nuovo attesissimo album "Heavier Yet (Lays The Crownless Head)", uscito a inizio ottobre e prodotto nientemeno che da Lenny Kravitz (polistrumentista di rara perizia) con Damian Marley e Sampa The Great come ospiti.

Un disco ipnotico che spazza via la melassa sonora che ci avvolge (anche e direi soprattutto in questa provincia sonnacchiosa dell'impero che è l'Italia) e ci fa tornare alle radici della musica, ossia al continente africano con le sue sonorità e varietà ritmiche, e con sei brani che a dir poco sono elettrizzanti, coinvolgenti, certo ballabilissimi ma anche capaci di far sorgere l'umile in cerca di diritti da rivendicare.

Al di là della retorica rivoluzionaria e terzomondista che rischia di inficiare, se spinta all'eccesso, la qualità di un lavoro comunque pregevole per fattura, costruzione e arrangiamenti, è difficile rimanere indifferenti all'energia contagiosa che sprigiona un disco come questo, che coinvolge corpo e anima allo stesso tempo fino a creare positiva dipendenza.

Dopo un ascolto simile niente può essere come prima, e questo anche se il mondo là fuori rimarrà indifferente. Il cambiamento parte da dentro e anche da lavori come questo che possono dare la giusta motivazione. Ci sono fette importanti di mondo che sono sotto il giogo della miseria e della dittatura, ecco perché dischi simili sono necessari e importanti, anche se si possono ascoltare solamente per rendere più allegra una bicchierata in compagnia.

Musica da non consumare, come raramente ci capita di ascoltare. E dal vivo deve essere ancora più dirompente. Da non perdere. Voto 9. (Lorenzo Morandotti)