ANTIHERO  "The deepest sea"
   (2024 )

Antihero (Marco Calderano) è uno di quegli artisti che esce allo scoperto solo quando ha piena consapevolezza che le sue composizioni possano irrorare bagliori qualitativi, per poi fonderli in una progettualità significante, non abbondante, ma tanto benefica per l’ascolto.

Leader della band Elle, torna in veste solista col secondo full lenght “The deepest sea” nel quale incarna, negli otto brani previsti, suggestioni infinite di vita, cuciti in humus filo-notturno, con la acoustic-guitar che funge da padrone di casa, in vani colmi di fascino e maestria descrittiva.

Questi emergono con prepotenza nella strumentale “Hopeful Nick” e negli iridati quadretti della titletrack, come in “When your fly is over” e “On the road” (con Danilo Ramon Giannini e Miriam Fornari degli Elle) con la centrata trovata di alternare al microfono narrazioni suadenti e complementari.

La cavernosa “I see the light coming” colpisce per quel mood crepuscolare che si prova abbracciando una sei corde con vista sul tramonto, mentre con forti striate di violino e la presenza della voce di Francesco Sacchini in “Changes”, Marco fa erigere tenaci barriere nostalgiche senza tempo.

Invece, la formula aulica di “Like a salt” è un acquarello sonoro immaginifico, dettato ai minimi termini ma opportunamente efficace. Tra tocchi armonici e delicatezze, la dolcezza chitarristica della conclusiva “The lights we cannot sea” stimola ferventi malinconie battute all’incanto, come fosse un’asta emotiva al rilancio imperituro.

Decisamente, “The deepest sea” appare come un’opera che vibra di quiete salubre, lontano dalle frenesie dell’oggi, che blocca le lancette del quadrante per fermarsi a ponderare un mondo migliore, scevro di malizie ammiccanti ma denso di intenti mirabolanti che tendono a farci ottimizzare il tempo con sani e costruttivi pensieri. Come un “Antieroe” anacronistico ma con in un tasca palesi verità. (Max Casali)