SAINT SADRILL "Frater crater"
(2024 )
A sei anni di distanza dal suo primo lavoro in studio, è tornato Saint Sadrill, il progetto dell’artista francese Antoine Mermet.
Il nuovo album si intitola “Frater Crater” e comprende sette brani per un totale di quasi quaranta minuti di musica, nel corso dei quali prosegue l’esplorazione di una formula chamber pop dall’afflato sperimentale e permeata da atmosfere che guardano alla tradizione emo.
Gli artisti che Mermet indica come suoi riferimenti sono qui riconoscibili solo in parte, perché la proposta firmata Saint Sadrill in realtà appare sempre piuttosto personale, anche grazie a una strumentazione che, rispetto al passato, aggiunge fisarmonica e sintetizzatori al nucleo composto da chitarra, basso, batteria, tastiera e vibrafono.
Le traiettorie tetre e inquiete di “The Soil from the Hill” sono il punto di partenza del nuovo “Frater Crater”, un disco che cambia subito registro con l’incedere circolare e avvolgente del ritornello di “Pebble [Take It in Your Hand]”.
I minuti successivi sono segnati da altrettanta imprevedibilità: si passa dalle percussioni di “I Look at the White Balconies” all’acidità di “Best Joke [The First of April]”, dal dream pop sospeso di “This Morning in the Ring” al lento climax di “Empty Chair vs Lonely Seat”, fino alla conclusiva “Seven Days Minus One Week”, che suggerisce per diversi minuti una svolta in direzione post punk o shoegaze senza abbandonare mai il solco avant-pop.
Saint Sadrill si conferma artista ispirato, in grado di sviluppare soluzioni autentiche e che non hanno parenti troppo stretti. Nonostante l’approccio lo-fi, il gusto per la ricerca appare evidente anche in “Frater Crater”. (Piergiuseppe Lippolis)