LOREENA MC KENNITT  "The mask and mirror live"
   (2024 )

Se, cosa improbabile se non impossibile, accederemo un ben dì alla lieta serenità perenne del Paradiso, una delle voci che allieteranno l’eternità sarà sicuramente quella di Loreena McKennitt, la rinomata artista canadese premiata con un Juno Award, che ha da poco pubblicato il suo “The Mask and Mirror Live”.

Documento storico che va oltre il perimetro degli interessi per i meri collezionisti e fan della prima ora. Si tratta della registrazione dal vivo al Palace of Fine Arts di San Francisco del 19 maggio 1994, originariamente destinata alla programmazione radiofonica negli Stati Uniti e in Canada. Un trentennale tondo da festeggiare come si deve, con virtuosistica filologia, per questo che fu il quinto disco di Loreena, celebre per il suo innovativo (ai tempi) mix delle tradizioni musicali celtiche, i suoni dell'Europa meridionale, del Nord Africa e del Vicino Oriente. Se si gemellasse con i Dead Can Dance, chissà cosa ne verrebbe fuori.

Ma al di là dei vani desiderata di un povero critico di periferia, va rimarcata a trent’anni di distanza l’assoluta precisione di una voce che si fa ricerca musicale umile e al tempo stesso ambiziosa, che è anzitutto una operazione culturale a tutto tondo, basata su solide radici per evocare emozioni ancestrali.

Certo di acqua ne è passata sotto i ponti, ci riteniamo ormai vaccinati, e certi sincretismi di basso livello li rispediamo al mittente. Non sarà mai così per i lavori di Loreena e soprattutto per questo disco, qui riletto in versione dal vivo con una ancor ulteriore amplificazione della qualità degli arrangiamenti e della compagine orchestrale oltre che della voce capofila.

Sarà anche stato frutto di un abile lavoro di cesello in fase di postproduzione ma ragazzi, chapeau! Una musica senza tempo che pesca dal serbatoio inesauribile delle radici e delle tradizioni di area mediterranea e insegna molto al tempo di conflitti e lacerazioni che oggi viviamo all’insegna di una convivenza possibile fatta di emozioni e consapevolezza. Voto 8. (Lorenzo Morandotti)