JACK DE CAROLIS  "Sparks of cosmic fire"
   (2024 )

Il chitarrista Jack De Carolis esordisce col suo trio per Emme Records Label, con l'album “Sparks of cosmic fire”. La sua chitarra, assieme al basso elettrico e alla batteria, ci portano in un jazz sussurrato, dalla vena melodica. La chitarra di De Carolis si inerpica ariosa con un suono morbido, e il basso la segue soffice. Anche la batteria suona sottovoce, attutendo i fusti e facendo spiccare di più i piatti.

“Notturno Indiano” apre l'album con un tema sereno ed ottimista, ispirato a un romanzo di Tabucchi, mentre la centrale “Musica delle sfere” è un 6/8 che ammicca qua e là al blues. Il concetto della musica delle sfere è ricorrente, nei musicisti che cercano una via filosofica e spirituale all'arte dei suoni: si riferisce all'ipotetico suono che i corpi celesti emetterebbero dei suoni nello spazio, udibili solo da pochi iniziati, e questi suoni insieme formerebbero un'armonia universale matematicamente perfetta.

Il “Samba per Toninho” è dedicato a Toninho Horta, celebre chitarrista brasiliano, ma gli accenti non sono mai marcati troppo forte. È tutto etereo, come le “Clouds” che compaiono più avanti, con la gentilezza del secondo brano “Kindness”. Eppure, anche se a volume basso, un groove sotterraneo si attiva in “Cosmos”.

L'album è concluso da Jack De Carolis da solo, nelle peripezie armoniche e ritmiche di “Prelude to kiss”. La sua chitarra è la protagonista dell'album, e procede con discrezione a scrutare il cielo, con rapidità e virtuosismo assieme però a un suono elettrico arrotondato, che sa di piccolezza dell'uomo di fronte all'universo, che nella sua ridotta dimensione si scatena, come un atomo impazzito. (Gilberto Ongaro)