DANIELE DEFRANCHIS  "Raw wood"
   (2024 )

40 anni fa era un insulto ammorbidito, dire: “Ma vai in Cina”! Ora invece è un augurio di successo. Il chitarrista Daniele Defranchis vive lì, e ha realizzato l'album “Raw Wood”, prodotto per l'etichetta Dodicilune e distribuito da IRD fisicamente, e online da Believe Digital.

Il disco alterna momenti di grande forza come “Walking on eggshells”, a brani programmaticamente contemplativi, chiamati “Meditation 1 – The forbidden pavillion”, “Meditation 2 – Temple” e “Meditation 3 – Transform”. Ma anche i momenti più calmi come questi non sono scevri di passaggi di indiscussa perizia tecnica. Il secondo momento meditativo è caratterizzato da un loop di voci impegnate in un canto mistico. Nel terzo, alla chitarra si applica un effetto di riverbero che dilata il suono, e se all'inizio Defranchis lo usa per suonare singole note che si disperdono nell'aria, a sorpresa poi parte con rapidissimi arpeggi, che “bagnati” dall'effetto ottengono un effetto liquido.

L'attenzione è tutta sulla chitarra e sulle sue potenzialità. Ecco perché il disco si chiama, traducendo, “legno grezzo”. Si affrontano stili diversi, da scale arabe, a momenti western come la cavalcata di “Ride”, mentre “Beauty” si concentra sul creare armonia, con i suoi fraseggi. La velocità di “For the brave”, assieme al suo portamento drammatico, mi ricorda un altro virtuoso delle sei corde, Antonio Gazzaneo, altro artista italiano che ha preferito spostarsi all'estero, nel suo caso in Spagna.

L'album è chiuso da un brano diviso in due parti: “Sundance”, che interpreto come l'aurora e l'alba. La prima è un crepuscolare flusso di suoni tremolanti, anch'essi ottenuti con la chitarra (tutto proviene dallo strumento, anche i battiti, i suoni percussivi). Il cielo diventa rosa, ma ancora non si vede la nostra stella. In pratica, la prima parte è una lunga attesa della seconda, che è un'ultima corsa sfrenata su un ritmo ternario. Ora il sole è sorto, e saluta la Terra con la danza dei suoi raggi.

Quante cose si possono fare con la chitarra! Daniele Defranchis ce ne dà una dimostrazione entusiasmante e variegata, che mantiene alta l'attenzione anche dei non appassionati a tutto tondo dello strumento. (Gilberto Ongaro)