ARBITRI ELEGANTIAE  "Per tutte le altre destinazioni"
   (2024 )

Chi sono gli Arbitri (e per di più Eleganti) della vita? Il destino? Dio? La sorte? La fatalità? Niente di tutto questo, bensì noi stessi che, col nostro agire, determiniamo conseguenze e sviluppo dell’esistenza personale.

Il concetto sta tanto a cuore alla band senigalliese degli Arbitri Elegantiae che lo scelgono, nientemeno, come nome d’arte per un’avventura musicale che dura da circa un quarto di secolo, con un carnet di appena 3 album ma tutti adeguatamente ponderati per fornire ottime prove di folk, rock e cantautorato contaminato da tendenze filo etno-blues.

Il gruppo denota grandi capacità esecutive, con i due leaders Lorenzo Franceschini e Federico Messersi che, sin dai tempi di scuola, han manifestato un gran piglio artistico, forgiando ora una band dalla conclamata maestria e sicurezza: in tutto otto elementi che dan vita all’ottimo percorso del nuovo disco “Per tutte le altre destinazioni”.

Già nell’iniziale “Terra gobba” si evince come i loro racconti sappiano di purezza e sfoghi vellutati, come le dolci “Settembre 29’44”, “Se non scrivo mai di te” o “Polaroid”: istantanee di descrizioni veraci che arrivano nell’immediato e che, in gran parte, trattano l’amore con sentimenti contrastanti ma con l’anelito di crederci ancora.

Non disdegnano neanche di sciorinare tematiche storico-filosofiche nella conclusiva “Epicurea”, facendo cosi intravedere che gli Arbitri hanno un cuore che batte anche con un certo intelletto. “Per tutte le altre destinazioni” ci invita e ci sprona a battere altri sentieri, uscendo da uno stanco quotidiano, stinto nel suo incedere e che può essere rinnovato con un “arbitraggio” di vita imparziale, onesto e convinto. Possibilmente elegante. (Max Casali)