MOBILI TRIGNANI "Webinar"
(2024 )
Piccole perle racchiuse in uno scrigno elegante e intarsiato. Son falegnami del resto...
Così descriverei i pezzi di questo nuovo lavoro dei Mobili Trignani. Suoni lucidi, definiti al limite del folk, e testi arzigogolati che ti costringono all’attenzione. Suoni e arrangiamenti così vari che si parte da Elio e si arriva al medioevo, si parte da Elio perché se ascoltate, distrattamente come ho fatto io al primo ascolto, la traccia 1 ("Compra Mobili Trignani") si pensa subito male e si associano timbri e idee agli Elii.
Ma non è così, già dalla seconda traccia, la title track, cambia tutto e si viene trascinati nel mondo di questi due ragazzi, Nicola Modesti e Fabrizio Trignani, abili artigiani della musica. Ascoltate ''TIM'', il testo vi costringe a pensare e sorridere: se ti prende bene ci prendi la mano, guarda che poi non ne puoi più fare a meno, un avvertimento? Forse, con doppia faccia.
Proseguiamo l’ascolto, ''Mi perdo in giro'', una marcetta divertente con un testo che non può non rimanere in testa, soprattutto per gli ultimi 60 secondi. Ma si diventa anche seriosi e impegnati con ''Pasolini'', dedicata al grande regista e alla nostra cara vecchia Italia.
Compito per casa: cercare la strofa... ''La vita è bella quando scopri che quei nei sono benigni''... Non ditemi che non state tenendo il tempo e sorridendo, non ci crederei.
Tiriamo le somme: che disco abbiamo per le mani? Difficile catalogarlo... Indie, Folk, Pop-Rock? Non saprei, perché alcune tracce, tipo la prima o ''Nin mi dice core (Quesse è)'', con un sapiente uso del dialetto, fanno pensare ad un disco leggero e poco impegnato. Poi però arrivano ''Pasolini'', ''Triage'' (con il suo testo irriverente), ''Mi perdo in giro'' e ''TIM'' e si rimane colpiti dal messaggio intrinseco dei testi.
Facciamo così: do un voto finale e mi tolgo il pensiero: 8. E buon Ascolto. (Marco Camozzi)