RIGHEIRA  "Mondovisione"
   (2007 )

Già unire la parola “Righeira” a quella “2007” potrebbe far nascere lacrimucce da parte dello scrivente. A maggior ragione davanti ad un prodotto che trascende dalle solite operazioni-nostalgia (un esempio? I Dead Or Alive, da ormai 15 anni, in ogni nuovo album spanierano almeno 2-3 nuove versioni di “You spin me round”). Mai particolarmente colpiti dal riciclaggio su reality o trasmissioni simili, i fratellini hanno viaggiato in questi anni, questo sì, tra re-cover di “Vamos a la playa”, ma questa volta ripartono davvero da zero. “Mondovisione”, di primo ascolto, fa tornare la mente a sonorità ormai dimenticate, o forse semplicemente archiviate in una zona di memoria che solo gli amanti dei sintetizzatori tengono ancora aperte: si torna al discorso iniziato nel 1983, con il loro primo album, poliglotta, futurista e con tastiere preponderanti. Magari i puristi potranno far presente che l’idea del concept-album su un media era stato utilizzato, duemila anni fa, anche dai Kraftwerk, ma non stiamo a guardare il capello: qui si parla di televisione, di cellulari, con un po’ di ingenuità, forse, ma anche con tanta voglia di mixare il passato con il presente. E i Righeira, se mi si passa il termine demodè, “fanno centro”: mancano forse ritornelli inestinguibili alla “Vamos a la playa”, se non forse nell’ottimo singolo “La musica electronica”, ma per una volta tutto va bene. Possono essere felici sia i vecchi synth-boys, che ritrovano sonorità della loro infanzia, ma anche chi quell’età non l’ha vissuta, e vuole soltanto dare uno sguardo a qualcosa che non sia la solita, recente banalità. Bingo. (Enrico Faggiano)