ALVISE NODALE  "Gotes"
   (2024 )

Magari potete pensare sia facile per me, essendo veneto, riportarvi correttamente dei testi in friulano. In realtà, anche se siamo vicini, rispetto ad esempio alla Puglia, le varianti nei dialetti sono così numerose da chilometro a chilometro, che capisco solo alcuni frammenti; quindi, il fascino del mistero permane anche per me.

Il cantautore Alvise Nodale è giunto al suo terzo album, “Gotes”, uscito per l'etichetta Il Cantautore Necessario. Ascoltandolo, siccome conosco il diversamente giovane Fulvio Bozzetta (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9614), credevo che Nodale fosse un suo coetaneo. Invece è nato nel 1995, quindi è un erede della della musica popolare del Friuli. Nato in Carnia e scoperto da Edoardo De Angelis, qui canta essenzialmente accompagnato dalla sua chitarra, e in alcune canzoni è affiancato da un violoncellista e una corista. “Gotes” significa “gocce”, e ogni canzone è concepita come una goccia d'acqua.

Sono infatti dieci canzoni morbide, intime, suonate con delicatezza e cantate con voce calda ed emozionante. Personalmente, la canzone che mi ha preso di più è “Se...”, dove Nodale, traducendo, si immagina se per una volta “si lasciasse da parte la ragione”. Il suggestivo ritornello, in doppia voce, accarezzato dal violoncello e impreziosito dalle percussioni, ti spazza via.

Tutto il disco, per motivi che non so, mi ha ricordato un libro del 2006, che vi consiglio: “La leggenda dei monti naviganti”, di Paolo Rumiz. Racconta una traversata delle Alpi e degli Appennini, a bordo di una vecchia Topolino. Il primo capitolo è proprio in Friuli, e questo disco sarebbe la colonna sonora ideale per accompagnarne la lettura.

In queste canzoni c'è l'anima, ma anche le Alpi e gli arpeggi, il mare e i balconi, i confini e il cielo. Citando il nome dell'etichetta, Alvise Nodale è proprio un cantautore necessario, che quando hai bisogno di riconnetterti con la terra, anche se non sei del Friuli, anche se non afferri tutte le parole, c'è qualche vibrazione umana che ti appartiene, che percepisci dentro di te. (Gilberto Ongaro)