RAFF RANIERI TRIO  "Flows"
   (2024 )

L'esordio di Raff Ranieri e del suo trio si intitola “Flows”. Uscito per Filibusta Records, è un delicato ed intimo viaggio di fantasia, che usa i codici stilistici del jazz, ma non suona proprio jazz. Ci sono chiaramente fasi jazz e assoli, ma questi “Flussi” sono il frutto di un compositore, Ranieri, con una sua visione. Potremmo parlare di “jazz d'autore”, per mantenerci il più liberi possibile.

Raff Ranieri è pianista, e si fa accompagnare dal contrabbasso di Aldo Capasso, e la batteria di Marco Fazzari, fra progressioni armoniche tendenti al malinconico, come quella di “Through your eyes”, e una certa predilezione per i tempi dispari: “Work in progress” e “Still remember”, brano ritmato che potremmo considerare un figlio di “Guadalupe Island” di Hancock, sono in 7/8, mentre più avanti il morbido “Pescatore di sogni” è in 5/4, anche se i battiti si mescolano come acqua.

Ci sono due collaborazioni che chiudono l'album: “Pictures”, dove canta l'ospite Simona De Rosa, lanciandosi anche lei a un certo punto in vocalizzi liberi, gradualmente sempre più ritmati ed entusiasti, trascinata dal trio. L'altra è per “Until You”, suonata col chitarrista Mino Lanzieri. Qui sì che siamo nel jazz propriamente detto.

Ho lasciato per ultima la suite centrale. Ci sono tre brani intitolati “Galaxias I”, “Galaxias II” e “Andromeda”, e raccontano in note il viaggio di un astronave nel 2340, alla ricerca del mondo abitabile più vicino, nella galassia di Andromeda. Il primo brano è per solo pianoforte, e gira principalmente attorno ad un accordo maggiore e alla sua corrispondente settima (ad esempio: Sol – Fa). Questo dà una tinta sognante al brano, mentre si fantastica su questa navicella in mezzo allo spazio. “Galaxias II” invece è suonata da Ranieri al piano elettrico, con più ritmo ma sempre con una melodia che dirige il brano.

Sono due brani di 2 minuti ciascuno. Il fulcro è “Andromeda”, traversata di 9 minuti che inizia col solo pianoforte e qualche effetto speciale che fa swooosh, ma poi Raff viene raggiunto da contrabbasso e batteria, a puntellare il racconto. Nella prima parte, c'è un accenno a una melodia, mai sviluppata: sono prioritari i bassi del pianoforte, le progressioni. Si verifica una situazione di stasi e attesa, ma non si è del tutto fermi. Andromeda è vicina, e Ranieri inizia un'improvvisazione gentile, seguito poi da Capasso al bestione a 4 corde. Peculiari gli ultimi due minuti di ripresa: le note di melodia sono lente e vengono inglobate negli accordi. In pratica è un finale di soli accordi, per raccontare il perdersi dell'individuo, dell'essere umano, nell'immensità della nuova galassia raggiunta, con le sue luci e le sue nebulose colorate.

Come esordio si mette sul piatto una serie di idee, che mostrano le varie possibilità e le direzioni che il Raff Ranieri Trio può percorrere. (Gilberto Ongaro)