FACTORY OF ART  "Back to life"
   (2024 )

Altro giro, altro ritorno. Siamo alla fine del primo semestre del 2024 e si annovera l’ennesima rimpatriata tra le bands: così succede, spesso, quando l’ultimo segno di attività fu registrato un ventennio (e oltre) fa.

Infatti, correva il 2002 quando il collettivo di Lipsia dei Factory of Art pubblicò “The Tempter”: e, da allora, il silenzio assoluto di inediti. Oggi, il vuoto viene, finalmente, colmato con l’arrivo del terzo album “Back to life”, titolo che rispecchia pienamente l’intento di ri-vitalizzare il loro talento metal-prog nei 10 pezzi in elenco.

Con forte inclinazione power, i Nostri testimoniano ancora una perfetta empatia stilistica, nonostante il cambio di line-up. Non c’è dubbio che il quintetto teutonico rappresenti una forza della natura da non prendere sottogamba, poiché restare impressionati dal loro sound sarà una costante d’ascolto di “Back to life”.

Tenace energia fluida viene spifferata sin dall’opener “Abysses”, che ispira poi la seconda traccia “Burning wings” a differenziarsi leggermente, con velocità ridotta ma senza perdere smalto, mantenuto poi nella vulcanica “Blessing in disguise”.

Non guasta nemmeno una spruzzata di goth-metal in “Silent room” ma, attenzione! Altro che “stanza silenziosa”: loro si fanno sentire, eccome! In tutti i brani dell’album si morde (quasi) sempre a menadito, sia nelle power-ballads “Walking to the place” e “Behind the lights” che in “Place behind the musk”.

Questi ragazzi galoppano a perdifiato in “Decadence” con assoli fulminanti, e ci salutano poi col piglio coriaceo di “Back to the life”. Pur rischiando qualcosina in termini di linearità sonora, i Factory of Art han eluso la potenziale ruggine che poteva attecchire in tanti anni, con un album vigoroso e preponderante di gagliardi strali d’energia.

Ben vengano di questi ritorni: si accolgono sempre a braccia aperte! (Max Casali)