LOMBROSO  "Bellafine"
   (2024 )

Finalmente un disco facile! Finalmente un disco di quelli che inizia a suonare e continui a lavorare, continui a fare quello che stavi facendo poco prima di pigiare il tasto play, senza doverti impegnare troppo nel seguire la musica e le parole.

Finalmente un disco facile da recensire. Non devo stare ore e ore a sentire e risentire le tracce, non devo centellinare ogni singola sillaba e nota musicale per scoprire suoni e significati nascosti. Finalmente pigio play e mi godo un bel disco semplice e immediato.

Non fraintendetemi, questo ''Bellafine'', ultimo lavoro della band formatasi nel 2003 con lo zampino di un tale chiamato Morgan, non è un prodotto banale o usa e getta, tutt’altro: è un disco ben fatto, ben suonato e ben mixato.

Il filo conduttore dei Lombroso è da sempre l’ironia, e anche in questo album i testi lo sono, si toccano temi importanti sempre in modo leggero mai noioso.

Il singolo di lancio è proprio ''Bellafine'', sul come da una cosa che finisce può nascere un qualcosa di bello, un insegnamento: non ricadere nei propri errori, imparare delle esperienze della vita.

Nel disco c’è anche la firma di Mogol, in ''Sentimento Rock'', traccia che sembra diversa da tutte le altre del disco, orchestrata. Brano particolare, il tocco del maestro si sente e ci piace. Bravi. Voce ruvida e suoni distinti testi ironici e facili.

''Voglio essere paparazzato, non riuscire più a fare la spesa, idolatrato, invidiato per la moto''. Bravi i Lombrosiani. Differenti. (Marco Camozzi)