BEN CHATWIN "Verdigris"
(2024 )
Ben Chatwin è un compositore scozzese, noto per la sua forte vocazione sperimentale. A marzo di quest’anno, l’artista è tornato con “Verdigris”, lavoro (uscito per Disinter Records) che prosegue la sua già ben avviata attività di esplorazione delle potenzialità dei sintetizzatori modulari, lo strumento con cui ha maggiore familiarità.
Chatwin, da sempre, è interessato alla fisicità del suono, e per l’occasione ha modellato parecchio il sound attraverso una strumentazione ricca, che lui stesso paragona a un arsenale, ma, in “Verdigris”, l’artista cerca anche la sintesi fra l’era digitale e la spiritualità, incorporando sample di cori medievali, in alcuni casi processati fino a renderli non troppo facilmente distinguibili.
Il disco si apre (già bene) con “Collapsing in Feedback” e le sue increspature, a cui fa subito seguito “Sawtooth”, che flirta con atmosfere più danzerecce nonostante l’obiettivo primario del lavoro sia tutt’altro.
Nella produzione di Ben Chatwin, l’elemento “fisico” del sound traspare anche nelle soluzioni più rarefatte (“Dolmen”), ma sono le evoluzioni sospese tra ambient, post-tutto e trance di “Ecology of Fear” a spiccare nei quasi quaranta minuti di “Verdigris”.
“Elegy for All We Lost”, con la sua solennità, suggella in maniera definitiva un disco che ha il merito di rendere ampiamente fruibile la ricerca e che non presenta passaggi a vuoto lungo il suo incedere. (Piergiuseppe Lippolis)