STEFAN GOLDMANN  "Alluvium"
   (2024 )

Frank Zappa considerava le poliritmie come rappresentative del caos dell'universo, se non ricordo male. È un caos apparente: in realtà, ogni oggetto fluttua secondo un proprio ritmo regolare, e quindi quello che percepiamo come caotico, in realtà è la somma di più ritmi ordinati, solo che sono tra loro diversi. Ma non è solo un concetto di Zappa.

Stefan Goldmann applica questa idea all'elettronica. Aveva pubblicato da pochissimo “Expanse”, lavoro del tutto diverso, un quintuplo album fatto di 5 ore di rumori bianchi, e ve l'ho raccontato qui: http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=10733. Stavolta, per realizzare le poliritmie, nel nuovo album “Alluvium”, uscito per Macro Records, Goldmann programma dei pattern ritmici divergenti tra diverse percussioni e impulsi sintetici, creando delle texture ricche ed avvolgenti.

Sono concepite con metodo matematico. Ad esempio, se cerco il titolo “Yantra” sulle immagini in rete, mi compaiono dei disegni geometrici, fatti di triangoli inscritti in cerchi, dal significato energetico. Posso immaginare che la composizione al computer, sia stata realizzata creando nella griglia del programma questi disegni! Però altri titoli portano a località geografiche: “Magoras”, “Ropotamo”, o strumenti musicali come la tastiera “Tyros” e la chitarra “Hebros”. “Scamander” invece pare essere un personaggio della saga di Harry Potter. Ma sono tutti tentativi di collegare significati oggettivi a una proposta sonora del tutto astratta.

La tessitura di “Scylax” diventa un brano techno dal basso synth pulsante, mentre l'impetuosità di “Drilon” ricorda le agitate trame di Aphex Twin. L'atmosfera metallica e plumbea di “Magoras” evoca un immaginario berlinese industrial, mentre “Struma” si colora di tinte più acide. “Alluvium” è un'alluvione di segnali sonori irregolari, che unendosi danno una visione d'insieme che smaschera il caos e trova un ritmo generale, inebriante come una giostra. (Gilberto Ongaro)