MARTINE'  "Nichts währt ewig"
   (2024 )

Tramite l’etichetta indipendente tedesca Echozone abbiam modo di approcciare, anche in Italia, un interessante artista come Martine’, che rilascia il nuovo album “Nichts währt ewig” (“Niente dura per sempre”) con l’intento di non limitarsi solo a far musica ma di offrire un percorso sensoriale e riflessivo, con l’ausilio di un ricco menù di 13 brani (più 9 remix se siete fortunati ad accaparrarvi la prima limited edition del CD).

Si tratta (senza dubbio) di un personaggio dedito alla sperimentazione sonora, dimostrando quanto la tracklist riesca nell’intento di spaziare efficacemente dal synthpop all’industrial, dall’ambient fino all’EBM. Ovviamente, l’orecchio si immerge in un percorso tanto ambizioso quanto apprezzabile, e una certa omogeneità elettronica non crea quella sgradevole sensazione di sentire, spesso, la stessa cosa, in quanto l’artista di Acquisgrana adotta in essere soluzioni fantasiose per quanto possibile.

La nave sonora salpa con la triade incalzante di “Falanx”, “Macht der Stimme” e “Seraph” , giusto per chiarire l’effetto estraniante che non cederà mai il passo nell’itinere di “Nichts währt ewig”. Anche invertendo i fattori assemblativi di “My Saviour”, “Lie to me” o “Non”, il risultato non cambia nemmeno con soluzioni meno ossessive.

Capace di atterrire con “Wipeout”, o di invischiarti nella galoppante “Black noir (Revisited)”, o ancora donando l’incubo asfissiante di “Die welt ist nicht genug”, ecco che le premesse di cui sopra vengono rispettate a tutto tondo, mentre la frenetica suspence finale spetta a “Stuka”, che sarebbe l’ideale soundtrack per un film di Dario Argento, con l’avallo totale dei nostri Goblin.

Estroso, insolito, introspettivo, inebriante e finemente orrorifico: tutto questo è “Nichts währt ewig”. Genialità teutonica. (Max Casali)