GIULIO CANTORE  "Evasivo"
   (2024 )

Chitarrista e liutaio romagnolo, è tornato Giulio Cantore, con un album interamente strumentale, uscito per Brutture Moderne e Bajun Records: “Evasivo”. Ci propone musica delicata, concepita però quasi improvvisando. I musicisti sono stati invitati a provare un giorno prima delle registrazioni, senza preconfezionare gli arrangiamenti, per catturare l'attimo (e dare anche dimostrazione di bravura dei musicisti: come nel teatro, per poter improvvisare bene bisogna avere una vasta esperienza sul campo).

La leggera malinconia di “Famoso impermeabile blu” apre l'album, seguita però dalle chitarre brillanti di “Una spanna da terra”, dove la melodia è addolcita dall'andamento all'unisono di flauto e pianoforte. Da buon liutaio, Cantore ha la passione anche del suono, quindi della pluralità di strumenti diversi, sottolineando le peculiarità di ognuno. Ad esempio, accanto alla chitarra classica e all'acustica, nel brano “Panoramica” e in “Grazalema”, compare la weissenborn, una chitarra che si suona in slide, facendo scivolare le note sulle corde, dando un effetto tipico nel country.

Il country divertito di “Cavallette” crea entusiasmo e poi distensione, accompagnata dallo scaccapensieri. Il brano finisce con uno scoppio di risate. L'organico comprende anche basso e batteria, archi (violino, violoncello), e in due brani pure il Moog, che coi suoi arpeggi elettronici dà un tocco synth in “Fantasma formaggino”. Gli arpeggi sognanti di “Crisalide” vengono accompagnati da un ritmo incalzante, assieme a suoni elettrici di sfondo. Il senso di evasione, evocato dal titolo dell'album, continua qui e in “Solara”, perché la struttura è aperta, è una continua progressione, è difficile sentire la chiusura di un “giro”, nonostante le ripetizioni ci siano; i cambiamenti minimali ma continui garantiscono questa sensazione di flusso continuo.

E quando questa evasione armonica si ferma in un pedale armonico, il pianoforte ribatte ritmicamente l'accordo, e l'attenzione viene presa dal basso. La coda su un solo accordo continua ipnotizzando, crescendo e decrescendo d'intensità. Un violoncello tremolante apre “Red squirrel trail”, e partiamo alla ricerca dello scoiattolo rosso, seguendo la sua scia. Sorprende che un brano come questo sia stato provato una sola volta, e sia uscito così, quasi a istinto. “Grazalema” è una delicata ninna nanna dove torna la weissenborn con le sue note scivolate, affiancate dalla morbidezza del violino.

“Evasivo” raccoglie degli esempi di creatività istintiva, e di ricchezza timbrica, che con gentilezza accompagnano chi ascolta in un luogo appartato, fresco e sicuro, dove il massimo elemento di disturbo è una macchina che passa in lontananza, come durante “Due occhi due lampadine”. Musica da contemplare che rilassa. (Gilberto Ongaro)