FILAX STAEL  "Traces"
   (2024 )

24 tracce, che durano in media 40 secondi (da 23” a 1'54”, con tre eccezioni oltre i due minuti). Queste “Traces” di Filax Staël sono piccoli collage di frammenti sonori, presi da ogni parte e uniti in maniera quasi casuale. Di che stiamo parlando?

Uscito per Aagoo Records, “Traces” di Filax Staël fa parte della serie Rev. Laboratory. A volte l'esito è l'apparenza di spazi liminali, a volte si sente chiara la provenienza cinematica, come in “Between gravity and grace”, dove vanno in loop delle angoscianti sequenze orchestrali, che sembrano prese da un vecchio film noir.

I titoli spesso ricordano la geometria: “Isometric crystal”, “Gradient I”, “Spectra 1”, “7:3”. Questo si può spiegare, dal fatto che l'uscita dell'LP è accompagnata anche da un libro di illustrazioni grafiche, ed entrambi i linguaggi sono pensati per comunicare assieme, scambiandosi le energie cinetiche. La parte grafica è sempre opera di Filax Staël, al secolo Bas Mantel.

Tra le influenze dichiarate per quanto riguarda la parte visual, leggo, tra le altre, Fluxus, il celebre collettivo neo dada degli anni '60, e David Lynch. Tra le musiche invece, nientemeno che i Sonic Youth e i Godspeed You! Black Emperor. Potete intuire l'alto grado di sperimentalismo e di libertà stilistica. L'astrattismo è la parola d'ordine, quindi non cercate un perché, ma immergetevi in queste tracce. Che nel dadaismo, la performance (dunque l'esperienza come ascoltatore/osservatore) è centrale.

Voci anni '50, suoni e rumori provenienti da fonti ormai irriconoscibili, e inquietudine. L'ottima ricetta, per un prodotto puramente postmoderno! (Gilberto Ongaro)