SONIA SPINELLO & EUGENIA CANALE  "F L O W"
   (2024 )

La soave voce di Sonia Spinello e il pianoforte di Eugenia Canale si incontrano, circondate da altri sei strumentisti, per generare un jazz d'atmosfera che funziona come un flusso costante; infatti, l'album che ne esce prende il nome “F L O W”, scritto con le lettere staccate, come se si disperdessero anch'esse nel flusso stesso. È una formula ancora poco usata, nel Belpaese.

Ovviamente la metrica per i musicisti c'è, ma non viene fatta percepire. Sembra quasi sempre tutto a tempo libero. E centrale è la ricerca timbrica, più che armonica (non ci sono grandi progressioni o modulazioni, anche perché le composizioni sono più spesso quasi contrappuntistiche, che accordali). Un esempio sono le note singole di pianoforte in “Embrace”, invece il brano che fa eccezione, con presente chiaramente una sequenza di accordi, è “Bitterness”.

Ma ciò che spicca è la varietà di colori, garantita dalla diversità di strumenti: il polistrumentista curdo Ashti Abdo suona il tembur (cordofono), il duduk e lo hulusi (strumenti a fiato); poi c'è il violoncello di Daniela Savoldi, in “Bitterness” e “GrEy Smoke”, la chitarra di Rob Luft in “Answers from the fog”, la tromba di Mario Mariotti e il sax e clarinetto basso di Achille Succi. Si mescola così una tendenza world, a una sorta di jazz ambient.

Su tutto questo, la voce di Spinello arriva gentile e soffice. Si tratta di musiche meditative, colme di momenti intensi, come l'emozionante “Lou lou”, mentre la pianista indugia nell'eseguire arpeggi agitati ma che si concludono sempre in sospensione, come le note “disperse” in “Crystals”, suonate con molta espressione, o come l'indeterminatezza di “My future”, forse ricercata proprio perché si parla del futuro.

E c'è sempre questa ricerca della rotondità, una volontà di eludere le rigide linee di un battito regolare, sfumando il ritmo, e facendo così percepire il senso di flusso, di musica che va e viene. L'andamento a volte è proprio sonnolento, come in “GrEy smoke”, e l'effetto di sicuro è rilassante. Risposte dalla nebbia, così come nebbiosa è questa musica, e l'album viene chiuso da un'altra voce e da un “altro” pianoforte. O meglio, la voce di Sonia è affiancata da quella di Francesca Corrias, mentre il pianoforte è lo stesso, ma preparato con oggetti sulle corde, che ne cambiano il timbro.

Di solito, questo tipo di proposte, ci arrivano da musicisti che gravitano attorno a Trondheim, in Norvegia, oppure dalla Svezia. È interessante che finalmente un duo italiano consideri quest'aspetto tecnico, e importa quest'innovazione (questa è per pochi). In Italia forse è una novità; non lo è in Scandinavia, e finalmente anche noi, nel jazz contemporaneo, abbiamo un esempio che lascia stare i cliché newyorchesi, per esplorare questo spirito contemplativo europeo, che forse ci appartiene di più. Come titolava un vecchio quotidiano: avanti! (Gilberto Ongaro)