CLEPSYDRA  "Second era of Stonehenge"
   (2007 )

Syd Barrett, il grande Syd Barrett (fondatore ed anima dei primi Pink Floyd) aleggia, insistentemente, nelle note di questo bell'album dei Clepsydra. Non solo i brani riportano felicemente al cervello le geniali intuizioni dell'artista scomparso (ascoltatevi lo splendido incipit di "Room of desire"), ma l'intero album "Second era of Stonehenge" è a lui dedicato. Non bastasse, l'apertura del cd è affidata al brano "I saw Syd flying", nel quale pare davvero superfluo rimarcare di chi si stia parlando. Nonostante questo, rinchiudere l'intero lavoro nel concetto di un semplice omaggio a Barrett ed a quella fantastica musica sarebbe riduttivo: i Clepsydra hanno sfornato un album potente, ben suonato e, soprattutto, scevro da qualsiasi etichettatura. Per intenderci, si potrebbe anche non conoscere la musica di Syd Barrett (ammettendo che ci sia qualcuno al mondo così ignorante), e ugualmente si amerebbe questo disco. Perché, e qui arriviamo al punto, questo è semplicemente rock. Ottimo rock, fuori dal tempo, in quanto attuale ora come 30 anni fa. I 9 minuti e 25 secondi della già citata "Room of desire" resusciterebbero un morto, le dolci e sognanti "Water-lily" e "Sweet angel", e soprattutto "When you believed in fairy tales" (capolavoro del disco) non sono di certo da meno. Ulteriore particolarità, l'album si avvale di un assistente ed ingegnere del suono davvero particolare, il grande tastierista Fabio Liberatori, che suona anche il mitico organo Hammond nella solita "Room of desire" ed anche l'altrettanto mitico Memorymoog in "Stonehenge 00:37", che chiude il disco. Strumentista fantastico (fondatore degli Stadio, e non a caso "utilizzato" dal gotha della musica italiana, compresi Dalla, Carboni, De Gregori, Ron, Graziani, Turci ed anche Verdone per il quale ha scritto diverse colonne sonore), Liberatori ha saputo calarsi alla perfezione pure in un progetto al 100% rock come questo. E, ovvio, i Clepsydra non potevano che avvantaggiarsene. Andateli a vedere dal vivo, probabilmente sarà un viaggio senza ritorno... (Andrea Rossi)